Crollano i rendimenti dei Bot giù lo spread, la Borsa festeggia oggi la prova più difficile con i Btp

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MILANO – L’Italia comincia ad incassare il dividendo della fiducia, innescata dal governo di Mario Monti e dalla liquidità  della Bce. Piazza Affari ha chiuso con un rialzo del 2,09%, ma il miglioramento più netto è stato sui titoli di Stato. Dopo il buon risultato dell’altra asta Bot, ieri il Tesoro ha fatto il bis, collocando 8,5 miliardi di Buoni ad un anno al rendimento lordo del 2,735%, più che dimezzato rispetto al 5,95% dell’asta di metà  dicembre. Complessivamente sono stati venduti 12 miliardi di Bot: altri 3,5 miliardi infatti sono titoli con vita residua di 136 giorni, che hanno registrato rendimento lordo dell’1,644%. Insomma, il Tesoro fa il bis dell’asta di fine anno, quando i rendimenti sui Bot a sei mesi erano scesi dal 6,5% a 3,251%. Molto bene anche l’asta dei titoli spagnoli: sono stati collocati quasi 10 miliardi di titoli contro i 5 dell’obiettivo, con scadenze a tre e quattro anni e tassi compresi tra i 3,921% e il 3,38% in forte calo su tutte le scadenze.
EFFETTO BCE 
Continua insomma a farsi sentire l’effetto benefico della maxi-iniezione di liquidità  della Bce, che il 21 dicembre scorso ha inondato il mercato con quasi 500 miliardi di euro, facendoli pagare alle banche solo l’1% e soprattutto garantendo il finanziamento (tecnicamente è un’asta di pronti contro termine) per tre anni. A fine febbraio è già  in calendario un’altra asta Bce a tre anni. Il meccanismo è chiaro: le banche, che continuano ad avere un atteggiamento guardingo nei confronti delle altre banche (come si vede dai depositi alle stelle presso la Bce, nonostante siano remunerati pochissimo) al momento opportuno corrono a sottoscrivere le aste dei titoli pubblici. 
SPREAD&RENDIMENTI
Ieri è stata una giornata trionfale per i titoli di stato del nostro paese. I benefici dell’asta Bot si sono rapidamente propagati al mercato secondario dei titoli di Stato, che hanno visto scendere i rendimenti al 6,58% sul Btp decennale (uno dei migliori risultati in un solo giorno) mentre i Btp a cinque anni sono andati al 5,66. Spettacolare il miglioramento sui Btp a due anni, che a fine novembre rendevano il 7,5% e ieri erano scesi a 4,119%. Altrettanto forte il miglioramento dello spread, la differenza di rendimento tra i titoli italiani e quelli tedeschi. Il differenziale a 10 anni è sceso a 475 punti (il giorno prima era 517) mentre a due anni la distanza con i Bund tedeschi è sceso sotto quota 400 (395 per l’esattezza).
LA PROVA DEL NOVE 
Il vero test viene considerata l’asta di oggi, quella sui Btp. Verranno proposti titoli a tre anni – per 2-3 miliardi, e poi vecchi Btp con scadenza luglio 2014 e agosto 2018, per un importo tra 1 e 1,75 miliardi. Poi a fine mese ci sarà  il bis: il 27 gennaio con i Bot a sei mesi, i Ctz a 24 mesi e i Btp indicizzati all’inflazione, per concludere il 30 gennaio con altri Btp. Il 25 e il 25 gennaio verranno annunciati quantitativi e scadenze dei titoli: i mercati si aspettano scadenze più a breve periodo, per sfruttare al meglio – dal punto di vista del Tesoro – il calo dei tassi in questa parte della curva.


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