Così si rubano 120 miliardi l’anno dall’Iva alla tv, ecco le 7 tasse più evase
ROMA – «Chi evade offre ai propri figli un pane avvelenato, consegnerà loro qualche euro in più, ma li renderà cittadini di un paese non vivibile». La nuova sferzata contro gli evasori è giunta ieri da Mario Monti nel corso di una intervista alla Radio Vaticana. Parole amare ma dettate dall’entità di un fenomeno che assume caratteristiche sempre più macroscopiche.
Il gettito evaso, cioè quanto manca alle casse dell’erario ogni anno, è di 119,6 miliardi. La cifra, pari al 28 per cento del totale delle imposte pagate, risulta dalla somma dell’evasione delle 7 maggiori tasse del paese, che rappresentano da sole l’80 per cento del gettito tributario: Irpef, Iva, Irap, Ires, canone Rai, bollo auto e imposta di registro.
Le stime emergono dall’incrocio dei dati della Commissione Giovannini, del Rapporto 2011 della Corte dei Conti sulla finanza pubblica e dell’ indagine della Uil sul lavoro irregolare. In pratica è possibile mettere a confronto, relativamente al 2009, ultimo anno disponibile, provincia per provincia, i dati che provengono dall’economia reale (dal Pil pro capite, ai redditi, agli immobili e i consumi) con le dichiarazioni dei redditi e gli studi di settore. Emerge il cosiddetto tax gap, cioè quello che manca tra redditi guadagnati e redditi dichiarati al fisco.
Per la prima volta si supera il concetto vago di economia sommersa (che l’Istat valuta in 275 miliardi) e si aggiorna il vecchio dato dell’amministrazione fiscale che indicava in circa 100 miliardi il gettito mancante all’appello.
Ma la vera novità è la dimensione delle tasse evase, una per una. La tassa che toglie di più all’erario è l’Irpef: all’appello mancano 49,5 miliardi (il 25,8 per cento del gettito totale dell’imposta personale sul reddito), che rappresentano il 41,4 per cento del totale del gettito evaso. Dove si genera questa evasione? Le dichiarazioni infedeli sono in parte l’effetto dell’evasione Iva che produce sottofatturazione e dunque erosione dei redditi sui quali si pagano le tasse. Ma a contribuire all’evasione dell’Irpef è anche soprattutto il lavoro nero o irregolare: solo per questo motivo, secondo il rapporto della Uil politiche territoriali, mancano all’appello 18 miliardi di Irpef.
Al secondo posto, per entità del gettito evaso, c’è l’Iva. Mancano 44,7 miliardi, che rappresentano il 31,5 per cento del gettito regolare dell’imposta e il 37,7 del totale del gettito evaso. Una evasione, quella del cosiddetto Iva-gap, assai significativa: ogni euro di Iva evasa, infatti genera evasione di Irpef, Irap e Ires.
Al terzo posto della classifica l’Ires (15,5 miliardi di evasione ma con un tasso record del 32,6% rispetto al gettito incassato), al quarto l’Irap con 7,1 miliardi di gettito in fumo (per il solo lavoro irregolare questa tassa perde circa 6 miliardi).
Non mancano, nelle posizioni di rincalzo, tasse minori ma non meno evase. L’imposta di registro, relativa agli affitti in nero, segnala una evasione di 1,6 miliardi; il canone Rai di 623,3 milioni e il bollo auto, al settimo e ultimo posto, di 449,7 milioni.
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