Contratto unico per i neoassunti, indennità per chi viene licenziato
Il senatore del Pd ipotizza un progetto di riforma che prevede per i neoassunti la creazione di un contratto di lavoro unico a tempo indeterminato. Riguarderà solo i nuovi assunti e tutte le imprese con più di 15 lavoratori (per quelle con meno si ipotizza un’estensione successiva). Il progetto punta quindi all’eliminazione di tutte le forme di contratto a tempo determinato (esclusi gli stagionali, le sostituzioni e pochi altri). La proposta Ichino prevede una maggiore fluidità del mercato del lavoro tramite il parziale superamento delle regole dell’articolo 18 (che impone alle imprese con più di 15 dipendenti il reintegro nell’organico nel caso di licenziamento senza giusta causa). Nello specifico, in caso di licenziamento discriminatorio o per motivi disciplinari, tutto rimarrebbe come oggi previsto dall’articolo 18; ma verrebbe considerato per la prima volta giusta causa di licenziamento «il motivo economico» (debitamente documentato). In contropartita per i lavoratori licenziati il senatore del Pd prevede delle indennità di disoccupazione molto alte: dal 90% del salario al primo anno che decresce, nei due anni successivi, passando all’80 e al 70%. Si tratta di indennità che non sarebbero sostenibili (per intero) dalle casse dello Stato. Per questo il progetto prevede che dovrebbero essere garantite in parte dall’Inps e in parte dalle stesse aziende. Proprio alle imprese Ichino chiede un ulteriore coinvolgimento diretto (sul modello di welfare danese chiamato flexsecurity) che garantisca l’impegno a finanziare programmi di formazione professionale per i lavoratori licenziati in modo da fornire strumenti utili a una riconversione e reinserimento nel mondo del lavoro.
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