Cenere e diamanti per nascondere tutti i nostri guai
Nel 2012 la Regina Elisabetta II di Gran Bretagna e Irlanda del Nord (per citare solo in parte il suo titolo) festeggerà il sessantesimo anniversario (di diamante) sul trono. Meglio sarebbe in realtà parlare di troni, dato che è la sovrana di quindici stati sovrani tra i quali si conta un altro paese membro del G-8, il Canada.
La regina è sopravvissuta, da giovane principessa, alla Seconda guerra mondiale; alla morte di suo padre, avvenuta nel 1952, quando ha assunto il ruolo di regnante; a un matrimonio con un marito spesso di cattivo umore (il duca di Edimburgo che un mese fa si è sottoposto a un intervento al cuore e dopo il quale si è sentito dire di fare maggiore esercizio fisico); alla nascita di quattro figli, ciascuno dei quali ha provocato la sua buona parte di scandali, e alla Principessa Diana, forse la sua sfida più impegnativa. Eppure è ancora qui: più lenta nei movimenti, più segnata dalle rughe, un po’ meno attiva, e tuttavia sempre determinata a portare a termine la sua tabella di marcia che prevede visite, inaugurazioni, conferimento di onorificenze, discorsi e celebrazioni varie.
Nello stesso periodo in cui verrà celebrata, si svolgeranno anche i Giochi Olimpici, per lo più a Londra, occasione ulteriore per i britannici per mettere in mostra ciò che sanno fare meglio: organizzare enormi cerimonie e complessi rituali. Le Olimpiadi ci offriranno la possibilità di sfoggiare il nostro talento, consistente nel mascherare bene la modestia della nostra nazione, addirittura la delusione, lodando e applaudendo gli altri, un modo alquanto sottile per sottolineare che ciò che più conta non è vincere ma partecipare, e che noi britannici lo sappiamo meglio di chiunque altro.
Per gli abitanti delle isole britanniche questo nuovo anno sarà un anno importante quindi. Ma sarà anche un anno pieno di tensioni, per altro, dato che molte cose potrebbero andare storte durante questi eventi: prima di tutto sussiste sempre il rischio di un attentato terroristico, di un attentatore suicida che riesca a superare le barriere della sicurezza, di una bomba fatta esplodere su un autobus, o di qualcosa di più esotico e inimmaginabile ancora. Sei anni fa – all’indomani di quando la Gran Bretagna era venuta a sapere di essersi aggiudicata l’edizione 2012 dei Giochi Olimpici e mentre il primo ministro Tony Blair si trovava con gli altri leader in Scozia – alcuni attentatori suicidi si fecero esplodere in vari punti della rete londinese dei trasporti urbani. L’incubo onnipresente è che tutto ciò possa ripetersi.
La Gran Bretagna, infine, quest’anno dovrà affrontare il solito problema esistenziale che la riguarda: qual è il suo alleato più importante tra gli Stati Uniti e l’Europa? Sarà in grado di trovare un equilibrio tra ambedue? La sua interpretazione della situazione mondiale – quella secondo cui un’Europa più unita ancora è pura fantasia – si rivelerà esatta o sbagliata nel difficile anno che ci accingiamo a vivere? Oppure si scoprirà che ha ragione il presidente Napolitano – uno dei pochi capi di stato più anziani (di un solo anno) della regina Elisabetta – quando afferma che soltanto tramite una maggiore unione gli europei supereranno la crisi? Elisabetta – che come prevede la Costituzione non si esprime in proposito – non avrà nulla da dire. È già tanto che i britannici l’abbiano ancora come loro sovrana.
*(Traduzione Anna Bissanti)
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