by Editore | 27 Gennaio 2012 9:19
PALERMO -Travagliate, desiderate, negate ma anche sballate. Le primarie più pazze della storia quelle del centrosinistra a Palermo che sembra non abbiano fortuna. L’ultima pietra, quella tombale, sembrano averla posata i due leader di Idv e Sel, Antonio Di Pietro e Nichi Vendola, che ieri a Roma a margine di una conferenza stampa congiunta sul voto popolare per la selezione del candidato sindaco di Palermo, si sono espressi con chiarezza: no a primarie fasulle in cui gareggi un candidato solo in apparenza del centrosinistra e di fatto appoggiato da quelle forze politiche che nel Pd sono dichiaratamente schierate accanto a Raffaele Lombardo, il governatore della regione siciliana, indigesto a vasta parte dell’elettorato Pd.
Non solo: Vendola e Di Pietro hanno lanciato un appello a Leoluca Orlando e Rita Borsellino che sotterrino le rivalità che li hanno fin qui opposti e che si alleino in chiave anti-lombardiana. La faccenda pero è complicata: a sostenere il candidato oggetto dell’ulta spaccatura, Fabrizio Ferrandelli, giovane rampante ex Idv, si sono schierati il capogruppo Pd all’assemblea regionale, Antonello Cracolici, e il senatore Beppe Lumia. Come fare dunque a mettere un punto alle primarie del centrosinistra quando il sostegno arriva da iscritti ufficiali dal Pd, e di tanto lignaggio?
La posizione di Cracolici infatti disegna un quadro sintetico surreale: «Prima il problema era che non si voleva un candidato che fosse disponibile ad alleanze col Terzo polo. Poi mi è stato chiesto di fare un passo indietro sull’idea di un candidato alternativo a Rita Borsellino che aveva espresso questa intransigenza riguardo all’alleanza con le forze riformiste e autonomiste che appoggiamo al governo della regione. E ora che si pretendeva?, che Antonello Cracolici non andasse a votare o non esprimesse la propria preferenza?». Ferrandelli intanto, il «preferito» di Cracolici e Lumia, che ha incassato anche il sostegno di un altro candidato che ha preferito rinunciare, ovvero Ninni Terminelli, ieri si è presentato nella sede Pd per la consegna delle firme a sostegno della sua candidatura. Ma il termine, su richiesta di Sel che ha voluto riunire gli organismi provinciali per discutere del nuovo quadro politico, è slittato a sabato. E le firme non sono state accettate. Ferrandelli ha subito gridato alla censura.
L’altro candidato, Davide Faraone, renziano di ferro che già da dicembre chiede al suo partito, il Pd, che la selezione del candidato sia espressa tramite le primarie, ora dichiara: «Per battere il ‘terzo polo civico’ di Ferrandelli, Cracolici e Lumia chiedo a Borsellino, Orlando e agli amici e compagni di Sel, Verdi, Federazione della sinistra, socialisti, Radicali Palermo e ai movimenti civici di partecipare insieme a me alle primarie del 26 febbraio e sconfiggere, con la partecipazione popolare, i nuovi gattopardi. Se saremo uniti, Palermo sarà liberata dai trucchi di chi, come una minoranza brutta del Pd, è logorato da un potere che non ha. E da chi, come il Pdl, spera di far dimenticare ai cittadini i danni che ha fatto».
La palla passa adesso a Rita Borsellino. Ma l’eurodeputata, eletta nelle liste l Pd e candidata alle primarie da Bersani, sarebbe ormai decisa: si ritirerà dalle primarie. Una decisione che i rumors insistenti considerano a un passo dall’ufficialità , che potrebbe arrivare oggi dopo la conferenza stampa di Sel. Nessuno può fermare le primarie, è l’ultimo appello che le rivolgono Maurizio Migliavacca, coordinatore della segreteria nazionale, e il segretario siciliano Giuseppe Lupo: «Chi sostenesse che a Palermo non si possano svolgere con limpidezza le primarie si prenderebbe la responsabilità di un messaggio poco comprensibile ai palermitani e a tutto il Paese».
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