Camionisti on the road
Ieri il ministro dell’economia e delle infrastrutture Corrado Passera è intervenuto in parlamento e ha detto di avere già pronte misure a favore del settore. Ma le sue parole non sembrano avere convinto gli autotrasportatori. Intanto continua l’allarme per la mancanza di rifornimento di merci, soprattutto di benzina e alimentari che comporta impennate dei prezzi più o meno giustificate. E la Fiat ha deciso di tenere ancora chiusi i suoi stabilimenti.
Passera ha ribadito che le mobilitazioni sarebbero frutto di «gruppi isolati». Poi ha illustrato alcuni provvedimenti in favore dei camionisti. «Il governo ha ampiamente affrontato le problematiche del settore – ha detto – e ha già individuato possibili soluzioni». Verrà varato in tempi brevissimi un decreto di ripartizione dei fondi a favore degli autotrosportatori pari a 400 milioni di euro. 170 milioni saranno riservati per la riduzione compensata dei pedaggi autostradali per tutto il 2012. E saranno garantite le risorse per la proroga degli incentivi per l’utilizzo delle vie di mare (30 milioni di euro). Nel decreto sulle liberalizzazioni «è contenuta la norma che prevede il rimborso delle accise sul gasolio a favore del settore su base trimestrale e non più annuale». Infine, verrà eliminato il divieto di circolazioni nei giorni prefestivi e i corsi obbligatori per i trasportatori saranno meno vincolanti.
«Niente di nuovo», è il commento di Maurizio Longo, segretario generale del sindacato Trasportounito, la sigla che ha dato il via alla protesta. Sarà anche un «gruppo isolato», come lo ha definito il ministro, ma sono loro che stanno tenendo in scacco il governo Monti. «Ogni anno è previsto un fondo per le aziende del settore. Ma noi faremmo a meno di questi soldi in cambio di nuove regole. Quelle scritte dal governo precedente non sono applicate. Diciamo che stando alle cifre di Passera, in media lo stato darà un aiuto di circa mille euro a camion. Sono spiccioli: un pieno costa 1.800 euro sui quali è previsto un rimborso di 190 euro che arriva dopo mesi». E allora che cosa potrebbe disinnescare la protesta? «Bisogna imporre alle assicurazioni nuove tariffe. E le agevolazioni sulle accise per la benzina vanno detratte alla fonte, quando si fa rifornimento nei distributori di benzina. Nel 2011 abbiamo anticipato un miliardo e 550 milioni e lo abbiamo fatto indebitandoci con le banche». E poi ci sono i cosiddetti «costi minimi di sicurezza», sono le norme che dovrebbero garantire un prezzo minimo per ogni trasporto. Secondo Longo di fatto non sono applicabili e si continua a lavorare al ribasso. In pratica il mercato impone viaggi sempre più rapidi, economici, e quindi meno sicuri.
Intanto, anche se ufficialmente i camionisti che stanno incrociando le braccia non intendono bloccare il traffico, anche ieri la situazione era tutt’altro che tranquilla su strade e autostrade italiane. Niente di tragico, ma i nervi sono piuttosto tesi. A Massa, per esempio, tre grossi tir di un unico proprietario – «un crumiro» – sono stati danneggiati a coltellate (nei pneumatici). A Cesena due camionisti sono stati arrestati per aver aggredito e minacciato con due punteruoli un collega rumeno che non voleva partecipare allo sciopero. Un altro rumeno invece si è fatto male, a Livorno, nel tentativo di bloccare un camionista polacco che voleva continuare il suo viaggio. Altri due autotrasportatori sono stati arrestati per una rissa scoppiata a Termoli davanti al casello della A 14. Botte anche vicino a Latina, al blocco di Borgo San Donato, dove è stato aggredito un camionista che ha tentato di forzare il presidio.
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