Bavaglio a Liberazione Chiuso anche l’online
ROMA – Un giornale «ingovernabile», quindi meglio chiuderlo. Nella vertenza di Liberazione l’editore alza il tiro e mette fine anche all’edizione in Pdf del giornale di Rifondazione comunista, scegliendo così di interrompere, dopo la versione cartacea, anche quella on line. La decisione è arrivata ieri dopo l’ennesimo stop registrato martedì sera al tavolo della trattativa tra sindacati e la Mrc, la società editrice il cui socio unico è il partito guidato da Paolo Ferrero. «Il direttore Dino Greco – denunciano poligrafici e redattori del giornale – ha comunicato alla redazione che d’accordo con l’editore Mrc ha deciso di sospendere la pubblicazione del giornale in Pdf. I motivi addotti sono: la mancata condivisione da parte della direzione del comunicato stampa diffuso dall’assemblea permanente per denunciare la proposta irricevibile fatta dall’editore al tavolo sindacale in sede Fieg. E la “discontinuità e ingovernabilità ” con cui la redazione avrebbe prodotto il giornale in Pdf nei giorni scorsi». Accuse che la Mrc ha bollato come «menzogne» per bocca del suo amministratore unico Marco Gelmini. «La storia di 20 anni di Liberazione e della Mrc – ha spiegato Gelmini – i milioni di euro investiti dall’editore per garantire l’uscita del giornale testimoniano ben più delle infondate calunnie che ci vengono rivolte. Per evitare equivoci e polemiche strumentali Mrc sospende a far data da oggi anche l’edizione on line del quotidiano «Liberazione» di cui è stata resa impossibile la gestione».
A far precipitare la situazione è stata la rottura della trattativa tra azienda, cdr e sindacati di categoria. La Mrc si è presentata al tavolo con una proposta che riduceva ulteriormente la visibilità del suo giornale. Dal 1 gennaio scorso, giorno della sospensione delle pubblicazioni, la redazione e i poligrafici allestiscono una versione quotidiana di 8 pagine del giornale in Pdf, riuscendo così a mantenere vivo un rapporto tra il quotidiano, i suoi lettori e i militanti del partito, ma dando contemporaneamente voce al dibattito interno alla stessa Rifondazione comunista in merito al futuro del giornale. Seppure solo on line, una presenza preziosa che la Mrc ha chiesto invece di ridurre a un giornale di sole due pagine (copertina più una pagina di appuntamenti) fatte dal direttore con un vicedirettore e un giornalista a rotazione, più un poligrafico. Tutti gli altri in cassa integrazione fino a che la definizione di un nuovo regolamento sul finanziamento pubblico dei giornali, e la sua conseguente erogazione, permetterà la definizione di un nuovo progetto editoriale.
Di fatto è un po’ come ridurre la propria voce, scelta anomala per un partito. E infatti la proposta viene respinta dai sindacati. «Si tratta dell’ennesimo atto unilaterale volto a uccidere Liberazione», denuncia l’assemblea dei lavoratori. Che spiega: «Cdr, Associazione stampa romana e Federazione nazionale della stampa hanno respinto l’ipotesi di sottoscrivere una simile operazione, che si configura come l’azzeramento del quotidiano, l’azzeramento della redazione tutta, giornalisti e poligrafici, e il contestuale tentativo di utilizzare il denaro dei cittadini in modo improprio e scorretto».
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