Banche, Atene e Budapest gelata sulle Borse: Milano -3,6% e lo spread risale fino a 528

by Sergio Segio | 6 Gennaio 2012 9:25

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Profondo rosso per Piazza Affari. Spaventata dai venti di crisi provenienti dall’Ungheria e dalla Grecia, la Borsa ha vissuto una giornata pesantissima, lasciando sul terreno il 3,65%. Le nuvole nere dei debiti pubblici dell’eurozona si sono addensate particolarmente sull’Italia ma non solo: anche Madrid ha perso il 2,94%, Parigi l’1,53% mentre Londra si è fermata a meno 0,78%; solo Francoforte è riuscita a limitare le perdite allo 0,25%. Ma il vento freddo della crisi ha gelato in modo particolare Piazza Affari, indebolita dalle statistiche sull’occupazione (un giovane su tre non lavora) e dalle scadenze incalzanti delle prossime aste di titoli di Stato. Si parte il 12, con i Bot a 3 e a 12 mesi, il giorno dopo seguono i Btp a 5 anni, poi si passa al Ctz e ai Btp indicizzati all’inflazione. E di lì a seguire, con una progressione che non prevede soste e anzi diventa più pesante in febbraio. Il nodo delle emissioni di bond pubblici è diventato ormai cruciale per gli umori del mercato. Ieri mattina la pur positiva asta francese non è piaciuta agli operatori: il Tesoro ha collocato Oat per 7,963 miliardi (sugli otto offerti) al tasso del 3,29% sul decennale – le scadenze offerte sono varie – in rialzo rispetto al 3,18% dell’asta di dicembre. Quello che ha innervosito è stata la domanda, decisamente inferiore rispetto a quella delle aste precedenti (seppure sufficiente a piazzare quasi tutto l’ammontare dei titoli offerti). In serata invece il Fondo Europeo Salva Stati (Efsf), creato a sostegno della stabilità  della zona euro, ha collocato 3 miliardi di euro di bond a tre anni a fronte di una domanda per 4 miliardi di euro. Ma non altrettanto bene è andata all’Ungheria, che non è riuscita a vendere in asta i 45 miliardi di fiorini in titoli di Stato e si è fermata a 35 mentre il rendimento volava a 9,96%. Intanto a metà  gennaio (tra il 14 e il 16) Atene riprenderà  il negoziato con la “troika” Ue-Fmi-Bce sulla prima tranche del nuovo pacchetto di aiuti da 89 miliardi di euro. Il premier, Lucas Papademos, ha parlato senza mezzi termini di default incontrollato in assenza di un’intesa. Non a caso è stata una giornata di tensione anche per i titoli di Stato italiani, il cui differenziale di rendimento con il Bund tedesco è arrivato fino a 528, per poi ripiegare intorno a 520, mentre l’euro ha accusato altrettanto duramente il colpo della crisi di fiducia, scendendo in chiusura a 1,2786 dollari, ai minimi dal settembre 2010, da 1,2927 del giorno prima. Del resto in questa fase i fattori negativi contano più di quelli positivi: a partire dall’allarme del Financial Times, che citava il ministro dell’Economia di Madrid, che parla di nuovi accantonamenti necessari per 50 miliardi di euro per coprire le perdite degli istituti spagnoli. Non a caso a Piazza Affari sono stati proprio gli istituti di credito a segnare perdite intorno al 10% (Unicredit a parte).

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