Animali per la vivisezione, primo stop agli allevamenti
ROMA — «La chiusura di Green Hill adesso è davvero vicina». È soddisfatta l’onorevole Michela Vittoria Brambilla, che commenta così un altro punto a favore segnato ieri per la tutela degli animali. «Il nostro emendamento alla legge comunitaria che prevede il divieto di allevare cani, gatti e primati su tutto il territorio nazionale destinati alla vivisezione, ha superato un ulteriore importante passaggio: l’approvazione in commissione politiche comunitarie della Camera». Dunque non potranno più esistere strutture come Green Hill di Montichiari, in provincia di Brescia, che lavora sui beagle per venderli ai laboratori europei, al centro delle polemiche e di varie manifestazioni. Contro i proprietari, la multinazionale Marshall, è scattata già alcuni mesi fa una denuncia alla Procura della Repubblica di Brescia. Per interrompere l’attività del «lager», come è stato definito, è intervenuto anche il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni. «Una realtà drammatica, quella di Green Hill, che ha finalmente i giorni contati. Una conquista di civiltà », ha commentato Gabriella Giammanco, deputata Pdl, anche lei sempre schierata dalla parte degli animali.
Il testo che nasce dal lavoro di Michela Vittoria Brambilla e dai membri del comitato «animal friendly» da lei fondato — Bonaiuti, Catanoso, Ceccacci, Frassinetti, Giammanco, Mancuso, Mannucci, Repetti, Scandroglio — porterà significativi miglioramenti per la tutela degli animali rispetto a quanto già approvato a Bruxelles. «Purtroppo — aggiunge l’ex ministro Brambilla — la legge comunitaria non portava all’ordine del giorno l’abolizione della vivisezione, che è il grande obbiettivo che deve essere raggiunto ad ogni costo, nell’interesse degli animali ma anche della nostra salute».
L’esame da parte dell’aula di Montecitorio potrebbe cominciare già la prossima settimana. Fra le novità italiane al testo europeo l’obbligo di anestesia obbligatoria per gli animali sottoposti a test e il divieto di utilizzarli per scopi didattici. «Siamo intervenuti — aggiunge la Brambilla — emendando in termini migliorativi i diversi punti previsti da quella che considero una direttiva sciagurata e che ancora non posso credere abbia ottenuto il voto di così tanti europarlamentari. Alcuni di quegli articoli, come ad esempio l’utilizzo di cani randagi per la vivisezione, non avevano bisogno di intervento perché già superati dalla nostra legge 281, che tutela gli animali randagi e vaganti. Ma abbiamo invece reintrodotto l’anestesia obbligatoria che era stata tolta, come abbiamo vietato la sperimentazione con gli animali per scopi didattici di ogni genere».
L’iniziativa del Parlamento italiano coincide col lancio a livello europeo di una «strategia di umanizzazione» che si prefigge di migliorare le condizioni degli animali da allevamento. Il commissario John Dalli ha dato queste linee ai 27 stati membri. Tra l’altro la Commissione avvierà tra pochi giorni le procedure di infrazione contro quei Paesi che non si sono ancora adeguati alle nuove norme Ue sulle gabbie per allevamento delle galline ovaiole. Dalli fa sul serio: «Finora abbiamo lanciato avvertimenti ora inizieremo ad intervenire».
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