Aerei, satelliti, missili: la difesa italiana costa 20 miliardi di euro
Troppi. Costosi. E, in alcuni casi, velleitari. È il quadro aggiornato della spesa militare in Italia 2011, così come emerge dal Rapporto dell’Istituto di Ricerche Internazionali Archivio Disarmo, curato da Luigi Barbato. La premessa: «In un contesto di crisi economica rimarca il Rapporto i sacrifici richiesti ai cittadini, sia in termini di maggiore fiscalità che di tagli allo stato sociale, impongono una doverosa riflessione sulla sostenibilità economica dell’attuale modello. Inoltre prosegue il Rapporto sarebbe opportuna anche una aperta discussione in sede politica della congruità di alcuni programmi di acquisizione di armamenti particolarmente costosi e di dubbia rispondenza anche al modello di Di-
fesa attualmente in vigore. In particolare si fa riferimento al progetto dei cacciabombardieri F35, il cui costo appare eccessivo e che rischia di monopolizzare quelle non infinite risorse che forse dovrebbero essere comunque rivolte all’esercizio (addestramento, carburanti, manutenzione…)».
Il bilancio per la Difesa 2011 ammonta a 20.557 milioni di euro. Ai 20 miliardi e mezzo di euro del 2011, però, spiega Maurizio Simoncelli, vicepresidente dell’Archivio Disarmo, vanno aggiunti circa 3 miliardi di euro inscritti nei bilanci di altri ministeri per scopi militari. «Il ministero dell’Economia e Finanze stanzia 754,3 milioni di euro per il Fondo di riserva per le spese derivanti dalla proroga delle missioni internazionali di pace – rileva l’Archivio Disarmo -, il ministero dello Sviluppo economico stanzia 1.483 milioni di euro destinato ad Interventi agevolativi per il settore aeronautico, 510 milioni di euro destinato ad interventi per lo sviluppo e l’acquisizione delle unità navali della classe Fremm (fregata europea multimissione) e una percentuale del budget del Miur viene destinata a progetti in ambito spaziale e satellitare delle forze armate. A questi vanno aggiunti il miliardo e mezzo di tutte le missioni di peacekeeping».
Non è finita. Nei capitoli di spesa degli anni a venire l’Italia ha già qualcosa da inserire.
«Sul bilancio dello Stato – spiega Simoncelli all’Agenzia Dire attualmente, esistono ben 71 programmi di ammodernamento e riconfigurazione di sistemi d’arma, che ipotecano la spesa bellica da qui al 2026. C’è anche il discorso del soldato del futuro: si parla di 25 miliardi nell’arco di 20 anni come se niente fosse. Si tratta di una serie di ipoteche sui bilanci degli anni prossimi che adesso non appaiono nei bilanci della Difesa, ma sono programmi che vengono approvati. E tutto questo proprio quando a tutti gli italiani è chiesto di fare sacrifici».
Della preponderanza oltre il 63% del bilancio delle spese per il personale, l’Unità ne ha dato conto in precedenti articoli.
Il Rapporto dell’Archivio Disarmo ci permette di aprire un altro capitolo, non meno interessante: quello relativo alle spese per l’investimento, suddivise per tipologia di programma. A fare la parte del leone è la componente aerea. Per mezzi aerei, infatti, l’Italia ha speso, o a in programma di spendere, 1.444,7 milioni di euro. Seguono mezzi navali, 324,7 milioni di euro, sistemi comando e controllo, 298,5 milioni, sistemi missilistici, 248,3 milioni. Per mezzi terrestri, la spesa scende a 78,9 milioni. Nel dettaglio, per una nuova portaerei Nave Cavour l’Italia ha già stanziato, nel bilancio 2011, 46, 2 milioni di euro, per sommergibili di nuova generazione U-212 -1ma e 2nda serie, 168,9 milioni di euro. Sono solo spese iniziali. Perché, rileva il Rapporto, gli oneri globali legati alla nuova portaerei saranno pari a 1.390 milioni di euro. Completamento previsto: 2016.
Spese mezzi aerei. Dei 131 F35 si è discusso e polemizzato ampiamente in queste settimane. Meno si è discusso su altri programmi. Come lo Sviluppo Velivolo Joint Strike Fighter (Jsf), 468,6 milioni di euro. Si tratta di un programma in cooperazione con Usa, Regno Unito, Canada, Danimarca, Norvegia, Olanda, Australia, Turchia. Per la fase di sviluppo (Sdd) l’investimento complessivo è di circa 1.028 milioni di dollari. Completamento previsto: 2012; per il programma relativo allo sviluppo, industrializzazione e supporto alla produzione (Psdf), la spesa prevista è di circa 900 milioni di dollari. Completamente previsto: 2047.
Altro capitolo preponderante è quello relativo a Eurofighter: programma, in cooperazione con Germania, Regno Unito e Spagna, relativo allo sviluppo e all’acquisizione di velivoli per la difesa aerea, con compito primario di contrasto delle forze aeree avversarie e con capacità secondaria di svolgere missioni di attacco al suolo. Oneri globali pari a circa 18.100 milioni di euro.
«Alcuni di questi progetti oltre a rappresentare una spesa onerosa, sono velleitari»: a sostenerlo, in una recente intervista a l’Unità , è il generale Fabio Mini, ex Capo di stato maggiore delle forze Nato del Sud Europa, già comandante della missione Nato-Kfor in Kosovo. Il rapporto dell’Archivio Disarmo conforta questa valutazione. Il dibattito è aperto. Le scelte irrinviabili.
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