Vigilante reagisce ai banditi ucciso con un colpo alla testa

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TARANTO – Lo hanno ucciso con un colpo di pistola alla tempia. Prima che riuscisse a reagire. Poi sono fuggiti, portandosi dietro la sacca dei soldi. Così è morto Francesco Malecore, guardia giurata di trentacinque anni. Due rapinatori lo hanno aspettato, poco dopo le 15, davanti alla filiale Unicredit di via Orsini, nel rione Tamburi, quartiere popolare alla periferia di Taranto. Lo hanno osservato mentre scendeva dal blindato portandosi dietro il bussolotto pieno di soldi. 
Probabilmente erano in agguato in una Fiat Cinquecento rubata e parcheggiata in precedenza davanti all’istituto di credito. Quando il vigilante si è avvicinato all’ingresso sono entrati in azione. Uno dei due lo ha assalito alle spalle con la pistola in pugno e il volto coperto da un passamontagna. Lui ha tentato di reagire, estraendo la sua arma dalla fondina. A quel punto il killer gli ha puntato la canna della pistola alla fronte. E lo ha freddato con una pallottola alla tempia sinistra. Il tutto in pieno giorno. 
Il vigilante è piombato a terra, tra le due porte di ingresso della banca. All’esecuzione ha assistito un’altra guardia giurata, che era nel portavalori. In quel momento ha visto avvicinarsi il rapinatore e da procedura ha bloccato il blindato. Così ha assistito all’assassinio del compagno, senza poter intervenire.
Il killer e il suo complice hanno arraffato il bottino e si sono allontanati a piedi, imboccando la via d’uscita del quartiere. Probabilmente c’erano altri complici ad attenderli. 
Il raid si è consumato nello spazio di pochi minuti, lasciando sul terreno un uomo giustiziato a sangue freddo. Ed ora i carabinieri di mezza Puglia sono sulle tracce del commando che ha seminato terrore e morte nel capoluogo ionico. Le strade di accesso alla città  sono state presidiate da decine di posti di blocco. 
Qualcuno ha sentito i rapinatori urlare delle parole in dialetto tarantino. E per questo gli investigatori stanno scavando nella mala locale protagonista da settimane di una escalation di rapine che sta terrorizzando Taranto. Già  ieri sera decine le perquisizioni eseguite. Allo studio anche le pratiche operative dei vigilanti e il fatto che fossero solo in due sul blindato e non in tre. 
Sul posto della sanguinosa rapina, oltre agli investigatori, il procuratore Franco Sebastio, il pubblico ministero di turno Daniela Putignano e gli uomini del 118.
I sanitari hanno provato a rianimare Francesco Malcore, ma per lui non c’era nulla da fare. È morto sul colpo, sotto gli occhi atterriti del collega. Il vigilante lavorava da tempo per l’istituto Vis e ieri aveva raccolto denaro presso diversi clienti dell’istituto. 
La notizia della sua morte ha fatto subito il giro del quartiere, dove era molto conosciuto. La moglie Gabriella Fedele lavora in una farmacia ad un centinaio di metri dalla banca teatro del drammatico agguato. Una familiare l’ha chiamata al cellulare, dicendole di aver saputo di una sparatoria in cui era rimasta ferita una guardia giurata. La donna si è catapultata in via Orsini. 
I colleghi del marito l’hanno subito bloccata e lei ha compreso quel che era successo. Ed ora il rione e la città  piangono la morte di Francesco che oltre alla moglie lascia due figli, di sette e due anni. Un ragazzone che si divertiva e in palestra con il body building e poi si dedicava alla famiglia. «Amava il suo lavoro anche se gli rendeva uno stipendio di soli mille euro – racconta la cognata Imma Schiedi – Era un brav’uomo e stravedeva per la moglie e i bambini. Aveva sempre il sorriso sulle labbra. Non meritava di morire. È un incubo».


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