by Editore | 23 Dicembre 2011 7:07
La scure della “patrimonialina”, così come previsto dall’articolo 19 della manovra appena varata, si abbatterà praticamente su tutte le forme di ricchezza mobiliare degli italiani. Anche nelle forme detenute all’estero. Il prelievo prevede un’aliquota fissa, da applicare sui valori di mercato dei depositi titoli e su tutte le attività finanziarie, anche non soggette a deposito (come i fondi comuni di investimento). Inoltre, si pagherà anche il bollo sui conti correnti: in questo caso l’imposta è fissa, di 34,20 euro l’anno.
Aliquote e tetti
Per il 2012 il prelievo si applicherà sui valori di mercato, con un minimo di 34,20 euro l’anno e un massimo di 1.200 euro. Per il primo anno l’aliquota sarà dell’1 per mille, nel 2013 salirà all’1,5 per mille; resterà il valore minimo di 34,20 euro mentre nel secondo anno non ci sarà più il tetto massimo. Su un “tesoretto” non particolarmente ricco si pagherà percentualmente di più: ad esempio su 20.000 euro si pagheranno 34,2 euro invece dei 20 euro previsti dall’aliquota. Al contrario, per i veri “Paperoni”, dal 2013 scatterà la mannaia vera, con il venir meno del tetto al prelievo.
Le poche eccezioni
Pochissime le esenzioni al balzello. Confermato che non si paga su fondi pensione e fondi sanitari, il nuovo testo chiarisce definitivamente invece che l’imposta annuale di 34,2 euro si paga sui conti correnti inviati dalle banche, ma anche su quelli postali e sui rendiconti dei libretti di risparmio. Dunque, anche il risparmio postale paga pegno alla manovra.
Lo scaglione minimo
Tuttavia, per chi ha una giacenza davvero contenuta, entro i 5.000 euro, l’imposta di bollo sui conti correnti non si paga. Non si paga nemmeno se la giacenza del conto corrente e del libretto di risparmio è al di sotto della soglia di 5.000 euro, ma attenzione: l’esenzione scatta solo se “complessivamente” non si hanno più di 5.000 euro su c/c e libretto di risparmio. Dunque, avere due o più conti con giacenze medie singolarmente molto basse, non salva dal pagamento.
I Buoni postali
I Buoni postali sono a loro volta “graziati” se la giacenza media resta al di sotto dei cinquemila euro. Insomma, questa forma di risparmio, molto diffusa anche per tagli molto ridotti, ha ricevuto un trattamento di favore.
Qualche esempio
Tra il 2012 e il 2013 cambierà l’aliquota sulla ricchezza finanziaria, ma quello che farà la differenza vera, per i Paperoni, sarà il venir meno del tetto massimo. Ad esempio chi ha attività finanziarie pari a 800 mila euro, pagherà 800 euro nel 2012 e 1.200 euro l’anno dopo; chi ha 5 milioni investiti, pagherà subito 1.200 euro ma verserà 7.500 euro nel 2013.
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