Tutte le banche in fila alla Bce 500 miliardi, un quarto all’Italia
FRANCOFORTE — Risultati record per il maxi prestito della Banca centrale europea, guidata dal presidente Mario Draghi, per arginare la stretta del credito e il rallentamento economico. Nella prima asta a 36 mesi lanciata dalla Bce, 523 banche europee hanno ricevuto 489 miliardi al tasso fisso dell’1%, ben oltre le attese — 300 miliardi — della maggior parte degli operatori. Un record giudicato molto positivo, che ha visto l’assegnazione media di 900 milioni per istituto. Ben 116 miliardi, il 23%, è andato alle banche italiane, fra cui Unicredit, Intesa San Paolo e Mps, le quali hanno offerto come collaterale 40 miliardi di titoli garantiti dallo Stato. Tuttavia, a partire dal pomeriggio i mercati hanno accolto tiepidamente la maxi asta.
La giornata era iniziata all’insegna dell’ottimismo, sospinto dalla pubblicazione, da parte della Bce, dei risultati della prima operazione di pronti contro termine a 36 mesi nella storia dell’Eurotower, conclusasi, appunto, con l’assegnazione di quasi 500 miliardi. I fondi considerevoli, ricevuti da 523 banche, secondo i primi calcoli a caldo degli operatori, vanno a coprire il rifinanziamento necessario alle banche per i primi 6 mesi del 2012 (circa 400 miliardi), e dovrebbero contribuire ad arginare la stretta del credito e il rallentamento economico, oltre che a evitare una crisi di liquidità sul mercato interbancario.
«Ora le banche non avranno scuse» e non potranno motivare una stretta del credito con problemi di rifinanziamento, ha commentato il vicepresidente della Bce, Vitor Constancio. Tanto più che per il 29 febbraio è attesa l’altra asta a 36 mesi, che dovrebbe coprire il fabbisogno di finanziamento degli istituti di credito fino alla fine dell’anno. Nelle prime valutazioni, i banchieri centrali prevedono un miglioramento della fiducia, della propensione al rischio per l’acquisto di bond sovrani, grazie all’effetto del «carry-trade» (le banche ricevono interessi elevati per i collaterali consegnati alla Bce e pagano solo l’1% per i prestiti), a una facilitazione al «rollover» dei bond (il rinnovo dei prestiti a scadenza) e alla retromarcia della Ue nel coinvolgimento automatico degli investitori privati nel salvataggio dei Paesi attraverso il fondo salva Stati permanente Esm, la cui introduzione è prevista, in anticipo, nel luglio 2012.
Tuttavia, in serata l’euro è retrocesso a quota 1,3052 dollari, e hanno perso terreno anche i listini: la maglia nera è andata a Milano, che ha ceduto lo 0,97%, Francoforte lo 0,95%, Parigi lo 0,82% e Londra lo 0,55%. In peggioramento anche lo spread del Btp decennale rispetto ai Bund, salito a 485,4 punti base (martedì era 465), con un rendimento in crescita al 6,79%. Secondo alcuni operatori, in un clima particolarmente volatile e con volumi sottili, dopo i guadagni delle scorse sessioni, gli investitori avrebbero chiuso le posizioni corte e proceduto con prese di beneficio. Secondo altri investitori, ha pesato il calo dello 0,2% del Pil italiano nel terzo trimestre del 2011.
Mentre sono emersi i primi dubbi circa la destinazione della liquidità presa a prestito, che potrebbe convergere, oltre che al rifinanziamento delle banche, anche ad attività speculative. Mentre l’investimento in titoli sovrani periferici, potrebbe essere frenato dalla severità con la quale l’Eba (European Banking Authority) ha considerato i bond dei Paesi periferici nei bilanci delle banche, e dai nuovi requisiti di capitale al 9%.
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