by Editore | 24 Dicembre 2011 7:00
Tre mesi di tempo per tentare la ripartenza dell’Italia. La «fase due» sarà la sfida che scatterà dal 1° gennaio del 2012. In prima linea tre pacchetti di riforma: le liberalizzazioni dei servizi pubblici locali, la scuola e la ricerca e il dossier infrastrutture. Tre mosse che tuttavia si pongono come una corsa contro il tempo. La recessione, già avvistata nel terzo trimestre di quest’anno (-0,2%) il prossimo anno sarà conclamata: il governo parla di un -0,4%, Bankitalia già prevede che l’impatto della manovra sarà una diminuzione del Pil nel prossimo biennio dello 0,5%, la Confindustria parla addirittura di -1,6%. Per questo la caccia alle risorse è aperta: più per sostenere i redditi che per scommettere sul rilancio dell’economia che resta affidato alle riforme strutturali. Le opzioni sul tavolo sono tre: ampliamento dell’intervento sul cuneo fiscale (già lo sconto Irap alle imprese per le assunzioni vale nella manovra 1,6 miliardi), sperimentazione di sostegni alla disoccupazione, interventi sulla famiglia con sconti fiscali.
Tuttavia il piatto piange: dopo interventi cumulati nel 2011 per 76 miliardi (tra estate e autunno-inverno) è difficile trovare nuove risorse. In queste ore al Tesoro i tecnici stanno lavorando in più direzioni: la prima è quella della spending review con la quale si dovranno fare tagli selettivi alla spesa, la seconda riguarda il patto di stabilità con i Comuni, la terza la rivisitazione del federalismo fiscale e l’accelerazione con i costi standard per la sanità , la quarta è il taglio delle agevolazioni fiscali (al netto di famiglia e detrazioni per il lavoro dipendente). Senza dimenticare la lotta all’evasione.
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