Torna la fiducia nei mercati Giù lo spread, bene le Borse

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Le borse del Vecchio continente hanno chiuso tutte in positivo, dopo un avvio in vivace rialzo e i titoli pubblici hanno archiviato una giornata senza forti tensioni, con le quotazioni dei Btp in ripresa e lo spread dei decennali con i Bund tedeschi fermo a 454 punti base con un rendimento del 6,68%, dopo essere sceso anche fino a 422 punti col 4,62%.
Gli investitori, i trader, puntano insomma a una svolta nella crisi. Sia per quel che riguarda l’Italia, dove forse già  domani, anticipando il Consiglio dei ministri fissato per lunedì, il premier Mario Monti presenterà  la manovra da 22-25 miliardi diretta a rispondere alle richieste di rigore e sviluppo avanzate da Bruxelles. Sia per l’Europa dove l’8 e 9 dicembre, a Berlino, il Consiglio dei 27 capi di Stato e di governo dovrà  valutare e decidere sul piano anticrisi e sulle eventuali modifiche dei Trattati sulla base delle proposte formulate da Francia e Germania, i cui leader, Nicolas Sarkozy e Angela Merkel, si incontreranno lunedì per metterle a punto. Senza contare l’importante riunione del consiglio della Bce, l’8 dicembre, dalla quale potrebbe arrivare un ulteriore ribasso dei tassi di interesse per sostenere la crescita.
I mercati dunque aspettano. Le Borse hanno chiuso in progresso, anche grazie al rientro delle tensioni sui titoli pubblici e soprattutto alla diffusione dei dati sul tasso di disoccupazione Usa a novembre, sceso ai livelli minimi da due anni e mezzo. Ma sulle quotazioni ha influito anche il ritorno delle voci su possibili prestiti da parte della Bce al Fondo monetario, che ha bisogno di nuove risorse, per finanziare gli Stati europei in difficoltà . Eurotower non ha commentato, lasciando quindi in piedi tutte le perplessità  riguardo alla fattibilità  dell’ipotesi, ma l’organizzazione di Washington ha precisato che «i prestiti potrebbero sicuramente arrivare dalle banche centrali dei Paesi membri», e quindi anche dalla Bce, sulla base del Nuovo accordo sui prestiti (Nab) siglato nel 2009 e già  attivo. A conclusione della settimana, Londra ha chiuso in rialzo dell’1,15%, Parigi dell’1,12%, Francoforte dello 0,74% e Milano dell’1,52%, trainata dalle banche e da Fonsai. Sempre più sotto pressione per il restringimento della liquidità  che alimenta i pericoli del credit crunch soprattutto nei confronti delle piccole e medie imprese, le banche ieri hanno beneficiato dei rumors su un possibile alleggerimento dei nuovi requisiti di capitale chiesti dall’Eba, l’autorità  di vigilanza europea, che proprio per mettere a punto le nuove cifre di fabbisogno patrimoniale dei maggiori gruppi europei ha rinviato le sue comunicazioni al 7-8 dicembre.
Quanto all’euro, dopo una forte salita dovuta alla voce sul coinvolgimento del Fmi si è ridimensionato chiudendo comunque sopra 1,34 sul dollaro, che si è rafforzato dopo i dati sulla disoccupazione.


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