Tav, intesa con la Francia società  unica per i cantieri

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TORINO – Oltre ai lavori del supertunnel di 57 chilometri che collegherà  l’Italia con la Francia, nel 2013 si partirà  subito con il cantiere per la costruzione della stazione internazionale di Susa e per il collegamento tra la linea ferroviaria storica e la nuova galleria. Punti messi nero su bianco nel nuovo accordo per la realizzazione della Torino-Lione, che fa parte del corridoio 5 Lisbona-Kiev. Intesa raggiunta ieri a Roma fra i due governi che prevede anche la costituzione di una nuova società  mista italo-francese, che sostituirà  Ltf, che dovrà  seguire i lavori della Tav, opera che vale 8,2 miliardi di euro.
La sede legale della società  sarà  in Francia, a Chambery, quella operativa a Torino: il presidente sarà  francese, l’amministratore delegato e il direttore finanziario e amministrativo saranno italiani, mentre nel consiglio di amministrazione ci sarà  un rappresentante della Commissione europea.
I lavori principali partiranno nel 2013 e dureranno dieci anni, ma quelli per la galleria geognostica della Maddalena di Chiomonte, cantiere aperto a giugno e dove periodicamente si verificano scontri tra i No Tav e le forze dell’ordine che presidiano, cominceranno già  nel 2012.
L’accordo è stato raggiunto nella riunione della Commissione intergovernativa italo-francese, aperta dal ministro delle Infrastrutture, Corrado Passera, prevede che la Tav sia completata in due fasi: nella prima saranno realizzati il tunnel di base e due stazioni internazionali (a Susa, in Italia, e a S. J. De Maurienne, in Francia) e già  alla fine di questa fase la linea sarà  operativa. Successivamente saranno realizzate le nuove parti di accesso, con modalità  e tempi che saranno definiti in un ulteriore accordo. Per il commissario straordinario Mario Virano, la scelta di Torino come sede della direzione operativa della nuova società  è «un segnale importante per un territorio che – ha detto – sarà  sempre più valorizzato da quest’opera dalla valenza internazionale». Della stessa opinione il governatore della Regione Piemonte, Roberto Cota.


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