by Sergio Segio | 1 Dicembre 2011 7:15
ROMA — Il quasi omonimo, sotto la neve canadese di Guelph, ormai se n’è fatto una ragione e rilascia interviste a raffica: a «Un giorno da Pecora», a Radio 24, e perfino in diretta alla Bbc. Era il Braga sbagliato, finito nei registri del ministero in virtù di un nome quasi uguale, Francesco, a quello del vero sottosegretario, Franco. Il quale invece non risponde al cellulare neanche sotto tortura fino a sera e pare non se ne sia ancora fatto una ragione. Di essere lui il nuovo sottosegretario e soprattutto di esserlo diventato nel ministero sbagliato: Politiche agricole invece delle agognate Infrastrutture. E dunque per ora è un sottosegretario «in sonno»: designato ma non effettivo. E ancora del tutto sconosciuto al ministero (e al ministro) a cui è destinato. Si attende che sciolga la riserva, anche se Palazzo Chigi (r)assicura: «Tutto a posto, giurerà tra pochi giorni».
Tutto parte con la segnalazione di Altero Matteoli, che indica un «bravo sottosegretario» per quello che è stato il suo ministero, le Infrastrutture: si tratta di Franco Braga, ingegnere, docente, alla Sapienza, di tecnica delle costruzioni, presidente dell’Associazione italiana di ingegneria sismica. La segnalazione rientra nella quota di tecnici spettanti ai partiti e alle correnti e come tale viene accolta. Ma nella girandola dei ministeri, Braga finisce sulla poltrona sbagliata: al ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali. Nella sede del Mipaaf, nulla si sa di questo Braga. E così, nella notte fatidica, parte la caccia su Internet. Che approda a Francesco Braga, munito di curriculum perfettamente calzante, per quanto risieda in Canada da qualche anno di troppo (28): di qui la commedia degli equivoci, la email del ministero e poi la telefonata di Palazzo Chigi che chiede al Braga sbagliato se è lui il sottosegretario. Comprensibile l’agitazione del Braga canadese («Non dovreste essere voi a dirmelo?»), mentre l’ignaro ministro Mario Catania si congratula con lui e parla di «valore aggiunto».
A equivoco sciolto, resta Franco Braga. Che però non ha giurato insieme agli altri, indispettito dal cambio di poltrona. In queste ora sta prendendo la sofferta decisione. Quando giurerà ? Al ministero non lo sanno: «Aspettiamo notizie». Palazzo Chigi minimizza: «A giorni giurerà ». Il presidente di Fedagri Confcooperative, Maurizio Gardini, anche lui ingannato dall’equivoco, stima «entrambi» ma è chiaro: «Pur non conoscendo nessuno dei due accademici, basta dare una rapida lettura ai due curriculum per scorgere quale dei due profili sia più adatto. Visto che nel comparto agricolo è in corso un difficile negoziato in Europa, sarebbe evidentemente un gran vantaggio per il nostro ministro tecnico Catania l’essere affiancato da un sottosegretario altrettanto tecnico e che abbia una comprovata esperienza nel settore». Cioè, da Francesco Braga.
Il quale, tra un’intervista alla Bbc e una a Sabelli Fioretti e Lauro, ha appena ricevuto una email di scuse dal ministero: «Cortesissima. Non lo scrivono, ma tra le righe intuisco che avrebbero preferito me. Ho pieno rispetto per il collega, ma mi chiedo chi sia più adatto tra un ingegnere che si occupa di problemi sismici e un agronomo che si occupa di agribusiness». La neve e la distanza attutiscono le ultime parole di Braga. Che però si intuiscono: «Iddio protegga l’Italia».
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