Siria, 30 morti in attacchi kamikaze. ‘C’è la mano di al Qaida’

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La tv di Stato ha precisato che gli attentati sono stati compiuti nei pressi della sede della Sicurezza dello Stato (Amn al Dawla) e di un quartier generale di un’altra agenzia di sicurezza, nel quartiere di Kafr Susa a Damasco. Il regime siriano si basa su un sistema di controllo e repressione affidato a quattro agenzie: la Sicurezza dello Stato, la Sicurezza politica, i Servizi di sicurezza dell’aeronautica, i Servizi di sicurezza militari.

La tv di Stato siriana, finora l’unica fonte di informazione sui due attentati compiuti stamani a Damasco, afferma che uno dei kamikaze alla guida dell’autobomba ha colpito l’ingresso esterno della sede della Sicurezza dello Stato, uccidendo e ferendo un numero imprecisato di guardie e passanti, e danneggiando gli edifici circostanti. A differenza degli altri Paesi vicini come l’Iraq e il Libano, in Siria gli attentati dinamitardi e suicidi sono rari. Questo duplice attacco avviene a poche ore dall’arrivo a Damasco della prima squadra di osservatori della Lega Araba, incaricati di preparare il terreno alla missione che dovrebbe operare a partire dalla fine di dicembre. Da dieci mesi il regime siriano è scosso da proteste senza precedenti soffocate nel sangue. In alcune regioni, la repressione militare e poliziesca ha causato la nascita di gruppi di resistenza formati da soldati disertori e civili. Il regime attribuisce a terroristi ed estremisti islamici le violenze in corso da marzo scorso.

Per quanto riguarda invece gli epicentri della repressione e della rivolta, sono almeno quattro i civili siriani uccisi stamani dalle forze fedeli al presidente Bashar al Assad a Homs, nel quartiere di Bab Amro. Lo riferiscono i Comitati di coordinamento locale degli attivisti anti-regime, che forniscono una lista dettagliata delle vittime. Sale così a 41 civili uccisi il bilancio delle ultime 24 ore di repressione nel Paese.


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