Scudo, via l’anonimato per chi non paga

by Sergio Segio | 7 Dicembre 2011 9:01

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Con lo scudo del 2009-2010, tassato al 5-6-7%, sono stati reintrodotti in Italia circa 104,5 miliardi, con 5,6 miliardi di incasso per lo Stato. In totale la base imponibile per l’imposta straordinaria è stimata in 182,5 miliardi. Secondo la relazione tecnica della manovra, «considerando prudenzialmente una riduzione del gettito potenziale del 20% per tenere conto di soggetti nei cui confronti la disposizione potrebbe non trovare applicazione», la stima del gettito è di 2,19 miliardi.
A effettuare il prelievo, in due rate entro il 16 febbraio 2012 e il 16 febbraio 2013, saranno gli intermediari finanziari (banche o fiduciarie) che hanno curato il rimpatrio. Ieri diversi operatori sollevavano perplessità  sulla norma, in particolare su come fare a recuperare i soldi visto che «l’imposta è dovuta anche per le attività  attualmente dismesse o che sono state prelevate (in tutto o in parte) dal rapporto di deposito, amministrazione o gestione acceso per effetto della procedura di emersione». Ciò può succedere perché i soldi scudati sono stati impiegati in attività  illiquide come un’assicurazione o usati per comprare una casa o versati in azienda. In questi casi, se il cliente non fornisce «la provvista» all’intermediario, questi dovrà  «segnalarlo all’Agenzia delle Entrate»: addio segretezza, dunque. «Potrebbero porsi questioni di legittimità  costituzionale, per esempio visto che si va a colpire anche un’operazione ormai ultradecennale», argomentavano ieri alcuni fiscalisti, «E c’è un problema di capacità  contributiva: se quei soldi il cliente non li ha più? E se nel frattempo è morto, gli eredi devono pagare?». Ma ieri il presidente del Consiglio, Mario Monti, è stato netto sulla riuscita del prelievo straordinario: «È possibile recuperare (le somme, ndr) perché chi ha fatto rientrare i capitali è anonimo ma ci sono banche e istituzioni finanziarie, abbiamo fatto un’analisi attenta». E il viceministro dell’Economia, Vittorio Grilli, ha rincarato la dose: «Mentire al fisco da adesso è reato: Prima erano previste sanzioni amministrative, ora la sanzione è penale e scatta anche nei processi di accertamento. Inoltre dal primo gennaio gli intermediari dovranno inviare tutti i movimenti degli italiani e l’Agenzia delle Entrate dovrà  verificare». Il segnale è chiaro, e qualcuno comincia già  a muoversi: «Oggi (ieri, ndr) mi ha chiamato un cliente che aveva scudato», racconta sotto anonimato l’amministratore delegato di una fiduciaria di un grande gruppo bancario, «mi ha detto che è pronto a pagare e voleva sapere come fare, perché vuole evitare di essere segnalato all’Agenzia delle Entrate».

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