Scoperti documenti segreti sul massacro di Haditha

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La strage compiuta da un’unità  di marines il 19 novembre 2005 — 24 civili iracheni sgozzati, compresi anziani, donne e bambini — segnò un punto di svolta nel conflitto, dando un colpo fatale alla già  scarsa fiducia degli iracheni verso gli Stati Uniti. Cadute le accuse contro sei dei marines responsabili e prosciolto un settimo, nei prossimi giorni solo uno dell’unità  andrà  a giudizio per il massacro, che Washington avrebbe certo preferito non tornasse di attualità . Ma il ritrovamento del faldone riapre ora il caso, oltre a garantire al quotidiano americano uno scoop. Nelle carte sono trascritte le deposizioni dei marines nel corso dell’indagine interna condotta dopo la strage. Insieme ad altri documenti «segreti» dovevano venire distrutte, ma sono entrate in possesso di un iracheno che aveva mandato ufficiale per vendere i beni che le forze Usa hanno lasciato nelle loro basi. L’uomo stava utilizzando le carte per cucinarsi il cibo in una discarica fuori Bagdad quando è stato scoperto dal giornalista. Le carte non lasciano dubbi sul fatto che i civili fossero inermi ma soprattutto, scrive il quotidiano, indicano il livello di «pressione straordinaria e le frustrazioni» a cui erano sottoposti i soldati americani, arrivati a considerare la morte di civili iracheni di «routine» o «il costo del nostro lavoro», come riferiva il generale Steve Johnson, comandante all’epoca della provincia di Anbar dove sorge il villaggio di Haditha.


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