San Raffaele, si riaprono i giochi tornano in corsa Rotelli e Soros
MILANO – Come fosse un piacere fatto al Tribunale fallimentare, a un mese e mezzo dall’adunanza dei creditori, il consiglio della Fondazione San Raffaele ha deciso di riaprire il concordato preventivo, ma con modalità tali che potrebbero far scappare anche i più ben intenzionati. Ieri è stato depositato il regolamento che consente ad altri investitori, oltre all’accoppiata Ior-Malacalza, di avanzare le loro proposte per acquistare l’ospedale fondato da Don Luigi Verzé, oberato da 1,5 miliardi di euro di debiti. Di fatto c’è la possibilità che rientri in corsa il gruppo Rotelli, che ha già confermato le indiscrezioni di essere interessato, e la fantomatica Fondazione Marcus Vitruvius, rappresentata dai professori Massimo Clementi e Maurizio Pini dietro la quale si celerebbe il finanziere americano di origine ungherese George Soros.
A destare perplessità però sono la soglia d’ingresso e il conflitto di interessi alla base del concordato preventivo. Per essere presa in considerazione, l’eventuale nuova offerta deve essere superiore di almeno 50 milioni rispetto ai 250 milioni (500 milioni compreso l’accollo delle passività ) presentata dallo Ior e dalla famiglia Malacalza. Il termine ultimo per mettere i soldi sul banco è il 31 dicembre, che si allunga al 5 gennaio in caso di eventuali rilanci. L’importo aggiuntivo richiesto (50 milioni) è estremamente elevato, un unico nel suo genere, uno scoglio al quale si aggiunge il conflitto di interessi che fin dall’inizio vizia il salvataggio del San Raffaele, così come impostato da Don Verzé e dal Vaticano.
L’offerta Ior-Malcalza è stata approvata dal consiglio della Fondazione, i cui esponenti sono di fatto espressione del Vaticano (tra questi Gian Maria Flick, Ettore Gotti Tedeschi, Giuseppe Profitti e Vittorio Malacalza). Un circolo vizioso che diventa ancor più evidente in caso di parità delle offerte, perché «la Fondazione – recita il bando – avrà la facoltà di scegliere a proprio insindacabile giudizio l’offerta che riterrà di accettare». Così oltre al vantaggio competitivo di essere seduto sulle poltrone di comando del San Raffaele da qualche mese, il Vaticano potrà allineare la propria offerta a quella concorrente fino all’ultimo momento e metterlo fuori gioco.
Su tutta la procedura, vigilerà comunque il Tribunale fallimentare (i giudici Filippo Lamanna, Francesca Savignano e Roberto Fontana) e i commissari (Rolando Brambilla, Salvatore Sanzo, Luigi Giovanni Saporito). L’udienza per l’adunanza dei creditori resta fissata per il 23 gennaio 2012. In quella occasione i creditori del gruppo ospedaliero voteranno la proposta di concordato. Se il 60% dei crediti darà il suo voto favorevole alla proposta di rimborso si potrà andare avanti, diversamente arriverà il fallimento. Un offerta migliorativa potrebbe portare nuova liquidità da offrire ai creditori per i quali è previsto un rimborso tra il 50 e il 60% del credito maturato.
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