“Pensioni, sulla contingenza si può cambiare”

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ROMA – «Può essere amaro dirlo, ma la riforma delle pensioni richiede i sacrifici». Elsa Fornero questa volta sorride. L’emozione non s’infrange più sulla parola “sacrifici”. Il pianto? «Non accade spesso», aveva già  detto. Attesa al varco tv di Ballarò, dopo le lacrime di domenica sera nella conferenza stampa del governo sulla stangata, la ministra del Lavoro se la cava con ironia. Alla provocazione di Crozza («Fornero ce la facciamo una bella frignata?»), rilancia: «Ci provo». Risate anche sul Monti-Robocop che l’aveva esortata: «Commuoviti ma correggimi». La ministra-tecnico, si è capito, ha sentimento. Nel merito della riforma, garantisce: «Se trovassi altri soldi sarei felicissima ad alzare quel reddito minimo che è protetto oggi dall’inflazione, ma a saldi invariati. Nel complesso la manovra è equa, nessuno è perfetto forse potremmo migliorare» Al leghista Maroni che a Ballarò attacca, Fornero replica: «È una prospettiva che vogliamo dare agli italiani non solo ai padani».
In commissione Lavoro a Montecitorio ieri – dove è stata ascoltata in due round – nessun cenno diretto alle emozioni, e men che meno alle lacrime. Ma uno implicito, sì: «Non è piacevole fare il ministro dei tagli», ha detto Elsa Fornero. Teresa Bellanova, democratica impetuosa, della linea-Damiano nel Pd, ovvero per correzioni di sostanza, le ha risposto: «Ancora meno piacevole è fare quelli che i tagli li subiscono». Il dolore non è uguale. Quelle lacrime la ministra avrebbe preferito evitarle. Al punto che per ora, a commozione ancora calda di pochi giorni, sta attenta persino a scegliere le frasi: «Stavo per dire sono commossa, ma la mia non è una condizione persistente, perciò preferisco dire che sono felice di essere qui». Era lunedì, e interveniva alla Giornata internazionale del volontariato.
Ma sono un atto di debolezza le lacrime di un supertecnico compente, di SuperElsa insomma, che tiene in mano la scure che si sta abbattendo sulla previdenza, nervo scoperto degli italiani? Casini, il leader Udc, la elogia: «Le lacrime della Fornero mi sono sembrate naturali. Il pianto non è né di destra né di sinistra, né degli uomini né delle donne: è un segno di umanità ». «Di teatralità », sostiene invece Bobo Maroni, l’ex ministro dell’Interno per il quale «la scena era patetica, di attori hollywoodiani più che di ministri».
Ai deputati, sempre ieri in commissione, racconta di avere chiesto di impiegare almeno parte dei ricavi della riforma delle pensioni agli ammortizzatori sociali. Niente. «Mi hanno risposto che non si possono ipotecare risorse. E allora io – continua – ho chiesto un gentlemen’s agreement, anzi un women’s agreement… «. Ecco una buona novità : l’occhio alle donne nel linguaggio e nel costume. Poco dopo infatti, avverte: «Attenti alle questioni di genere». Lei attenta lo è. Tanto che quando ha ricevuto i giovani alla vigilia del varo della manovra in cdm, accorgendosi che si erano presentati solo simpatici maschietti, li ha bacchettati: «Se neppure i giovani hanno la consapevolezza che il contributo delle donne deve essere valorizzato non si riesce ad andare da nessuna parte. Questo è un atteggiamento culturalmente sbagliato». Fornero ha anche la delega alle Pari Opportunità , dove la passione e l’impegno pagano senza bocconi amari da far ingoiare e ingoiare.


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