“Parte la fase Cresci Italia non servirà un’altra manovra fermeremo gli avvoltoi”
Se la fase uno è stata quella del «Salva-Italia», la fase due avrà la crescita come obiettivo. E dunque «Cresci-Italia» è il nome che lo stesso Monti dà al pacchetto di misure che arriverà a gennaio. In tempo per portarne «una prima tranche» all’Eurogruppo del 23. Uno sforzo non semplice: «Al governo è stato chiesto di fare una corsa ad ostacoli, da fermo e con handicap». Intanto rivendica al suo governo il merito di aver impedito all’Italia «di scivolare a Sud-Est», in Grecia. «Eravamo sull’orlo di un burrone e avevamo forze che ci spingevano. C’erano molti avvoltoi nel cielo: ma non siamo caduti, quindi non ci mangiano». Dunque il peggio sembra passato e il premier esclude ora un’altra «manovra correttiva». Alla conferenza stampa di fine anno il presidente del Consiglio si presenta proiettando un grafico con l’andamento dello spread mese per mese. Anche per smitizzare l’indice che è diventato il totem degli italiani. «Anch’io lo controllo ogni giorno, ma senza divinizzarlo se va bene e senza demonizzarlo se va male». E comunque «nei nostri fondamentali non c’è nulla che giustifichi uno spread così alto». Infine, guardando alla riforma del mercato del lavoro, Monti promette che il suo governo «farà di tutto per evitare tensioni sociali».
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Se la sinistra ha paura di governare
La copertina del manifesto del 9 febbraio «Paura di vincere» e il titolo dell’articolo di Norma Rangeri del 21 gennaio, «Lo spettacolo della sinistra», aiutano a capire perché – sondaggi alla mano – una futura coalizione tra il centrosinistra e il centro di Mario Monti, per quanto controproducente rispetto alle esigenze del paese e autolesionistica per le forze progressiste, non sia più nemmeno il peggiore degli esiti possibili (si prospettano anche governi di unità nazionale e/o un ravvicinato ritorno alle elezioni).
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