by Editore | 24 Dicembre 2011 6:53
Su Fincantieri e Fiat il governo deve intervenire «per garantire e ottenere impegni sugli investimenti». Quanto al Lingotto «devono essere i lavoratori a scegliere il loro sindacato, non l’impresa». Marchionne? «Ci usa come paravento». Il leader della Fiom, Maurizio Landini avvisa anche il governo: «Per ora in continuità con Berlusconi».
Landini, perché un nuovo accordo separato alla Fincantieri?
«Perché l’azienda ha peggiorato le condizioni del piano presentato a giugno. Noi non abbiamo firmato ma vedo che tutti i delegati bocciano l’accordo».
Che cosa proponete?
«Che il ministro Passera prenda in mano la situazione. Siamo al paradosso: l’Europa annuncia nuovi finanziamenti per rinnovare il parco navi e noi chiudiamo i cantieri navali».
Non accettate gli esuberi?
«Non accettiamo il declino di un’industria in cui l’Italia è leader. Si possono immaginare temporanee sospensioni dal lavoro ma non le chiusure».
Chiedete che il governo intervenga alla Fincantieri. Prima chiedevate lo stesso alla Fiat. Non è diventata un’abitudine?
«Non chiediamo al governo di sostituirsi ai sindacati, come invece aveva fatto Sacconi con l’articolo 8. Chiediamo che il governo faccia una politica industriale, dia certezze agli investimenti delle aziende private e le incalzi, come con la Fiat, per avere certezze».
Alla Fiat ha vinto il sì. Anche i delegati hanno approvato l’accordo di Marchionne. Se lo aspettava?
«Non mi aspettavo di trovare tanta ostilità all’accordo nelle assemblee di questi giorni. Non mi aspettavo che in meno di due giorni più di diecimila dipendenti chiedessero il referendum per abrogare quel contratto».
Alla Fiat il nodo è lo stesso da due anni: se nei referendum vince il sì, la Fiom firma?
«Intanto chiediamo che si svolga il referendum abrogativo e che sia libero».
Che cosa significa?
«Che se vince chi non vuole il contratto la Fiat non minacci di andarsene o cose di questo genere».
E se il referendum fosse libero e lo perdeste?
«Se un referendum è libero la Fiom accetta il verdetto, come è già successo».
Intanto tra sette giorni sarete fuori dalla Fiat. Che cosa farete?
«Abbiamo lanciato una campagna e una sottoscrizione. Chiediamo una legge che stabilisca le regole del gioco. La Fiom è il principale sindacato alla Fiat e non ha rappresentanza. Sono i lavoratori che devono scegliersi i sindacati, non le imprese».
Quando ha parlato l’ultima volta con Marchionne?
«A maggio al Lingotto, un incontro sulla ex Bertone. Solo incontri ufficiali».
Dice che siete antagonisti di professione. Che cosa risponde?
«Lui sa che non è vero. Usa la Fiom come paravento perché oggi gli conviene cercarsi un capro espiatorio. Quando l’azienda era a pezzi e bisognava evitare il fallimento la Fiom ha fatto la sua parte e l’azienda mi pare che apprezzasse».
Quando ha incontrato l’ultima volta il ministro Fornero?
«Non ho mai incontrato ministri. Vorrei incontrare il ministro Passera alla vertenza Fincantieri».
Non vi piace questo governo?
«E’ composto da persone competenti e presentabili. Ma è in continuità con Berlusconi: per ora pagano sempre gli stessi».
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