“Monti deve concordare le proposte non è tempo di flessibilità  sui licenziamenti”

Loading

ROMA – «La manovra ha avuto tempi stretti, non c’è stata la possibilità  del confronto che sarebbe stato necessario. Ma se parliamo adesso di nuove riforme strutturali, il governo Monti deve mettersi in testa che le proposte vanno costruite con le forze politiche che lo sostengono e con le parti sociali». Rosy Bindi, la presidente del Pd, dà  un altolà . 
La fase due del governo Monti si presenta forse più indigesta, con lo stop alle detrazioni fiscali e la modifica dell’articolo 18. Il Pd è disposto ad accettare tutto in nome del senso di responsabilità ?
«Il Pd ribadisce il sostegno al governo. Non verremo meno all’atteggiamento di responsabilità  che ha consentito di approvare una manovra che mette il paese sulla strada giusta. Abbiamo ottenuto delle modifiche, quindi il nostro non è stato un “sì” senza condizioni. Però la fase due per noi significa tre azioni. Liberalizzazioni, su cui il governo ha chiesto tempo per approfondire e il ministro Passera ha detto cose interessanti soprattutto a proposito dell’asta sulle frequenze. Quindi, crescita. Per noi è un capitolo tutto da aprire, e abbiamo proposto intanto di sbloccare alcuni patti di stabilità  per gli enti locali virtuosi. Poi, c’è la questione lavoro e ammortizzatori sociali».
Accettereste la scure sugli sconti fiscali?
«Intervenire sulle detrazioni fiscali significa andare a toccare le famiglie e anche alcuni elementi di crescita e di lotta all’evasione fiscale. Ad esempio, se si può avere una detrazione per la ristrutturazione della casa, questo è vantaggioso per la famiglia, è crescita ed è lotta all’evasione. Mi auguro che il governo Monti non faccia tagli lineari alla Tremonti, ma selettivi. Altrimenti il paese non li può davvero reggere, perché tutto si abbatterebbe sulle stesse fasce che pagano di più la benzina, l’Ici… Non ci può essere una fase due che insegua la recessione».
Ma della modifica dell’articolo 18 il Pd è disposto a discutere o è il vostro un totem, come sostiene il ministro Fornero?
«Nella tanto invocata “flexsecuriy” è chiaro dove è la flessibilità , non si vedono altrettanto bene gli aspetti di sicurezza. Un governo tecnico che non si limita a intervenire sull’emergenza ma fa riforme strutturali deve per prima cosa, ripeto, confrontarsi con sindacati e forze politiche e non per un pomeriggio. Aggiungo che la flessibilità  in uscita si fa in tempi di crescita, non di recessione. Prima ci vogliono gli ammortizzatori, cioè un impianto di sicurezza che renda la flessibilità  sopportabile per il lavoratore. Per tutto ciò occorrono risorse. Il governo le ha?».
Discuterne è per la sinistra un tabù oppure no?
«Non lo è. Però temo che qualcuno si illuda che la crescita venga dalla libertà  di licenziamento. Il problema con 900 milioni di ore di cassa integrazione, non è licenziare ma creare posti di lavoro. E noi non offriamo il nostro contributo a scatola chiusa». 
E con Di Pietro come la mettete?
«Di Pietro si è sottratto al confronto di merito sulla manovra e ha sbagliato».
Ha detto Bersani che nell’orizzonte del Pd ci sono le elezioni. «Non voleva dire che vogliamo andare a votare prima della scadenza della legislatura, ma che lavoriamo al nostro progetto politico. Dopo il governo tecnico si torna alla normalità  della vita politica in cui le parti si confrontano».
Casini propone un patto costituente, lei è in disaccordo?
«Nessuna Grande Coalizione. Dopo Monti, ci sarà  chi vince e chi perde le elezioni. Noi vinceremo con un progetto e su questo si ricostruirà  il paese. Pronti già  da adesso a discutere con tutti di riforme costituzionali e istituzionali».


Related Articles

Debito Usa, si apre uno spiraglio i repubblicani: eviteremo il default

Loading

La destra torna a dialogare con Obama, che convoca i suoi.   Boehner e McConnell sentono il presidente: “L’intesa si troverà  presto”. Nuovo appello della Casa Bianca. Cina preoccupata. Nel mirino di Moody’s 177 enti pubblici

Lavoro, prezzi e aziende l’economia reale trema per la “doppia” recessione

Loading

E l’Italia a crescita zero rischia più di tutti.  Da una battuta d’arresto dell’economia Usa ripercussioni pesanti in Europa. Già  alle prese con un Pil inferiore all’1%, il nostro Paese rischia lo stop dell’export Torna l’ombra del dissesto e cassa integrazione, dei licenziamenti, dei fallimenti aziendali

La Cgil boccia la proposta di legge sui voucher

Loading

Referendum. Camusso: la proposta Maestri, includendo le imprese, conferma la precarietà dei ticket lavoro. “La previsione dei disabili tra i percettori dei ticket mi ha messo i brividi”

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment