“Mappa dei rischi e incompatibilità così il governo combatterà la corruzione”
ROMA – “Crisi e lotta alla corruzione non sono due fatti separati. Tutt’altro”. Ha lasciato palazzo Chigi da pochi minuti. Alle spalle l’ultimo consiglio dei ministri del 2011. Il titolare della Funzione pubblica Filippo Patroni Griffi, di mestiere magistrato del Consiglio di Stato e autore di saggi sulla semplificazione normativa, annuncia un impegno a nome di tutto l’esecutivo: “à‰ una priorità della nostra agenda proprio perché siamo in un periodo di crisi ed è noto che la corruzione è un serio ostacolo allo sviluppo e alla competitività del sistema”. Prosegue deciso: “Per questo servono prevenzione e repressione”. Al Guardasigilli Severino lascia la seconda, a sé riserva la prima. A Repubblica spiega come.
Lei ha proposto una commissione di studio, subito contestata dalla Lega. Non l’ha presa troppo alla lontana?
“Il suo compito è duplice. Subito, non oltre gennaio, elaborerà misure per rendere più incisivo il ddl anti corruzione. Per maggio-giugno appronterà un vero e proprio rapporto su cause ed effetti economici della corruzione e sulle misure di contrasto”.
Non è un modo per prendere tempo?
“Assolutamente no. Avrò subito in mano le necessarie proposte per rinforzare il ddl sulla corruzione e renderlo uno strumento efficace”.
Ha dato input specifici o la commissione è libera?
“L’idea fondante è irrobustire la mappatura dei possibili rischi di corruzione. Per intenderci: le procedure d’appalto vanno segmentate per rendere ogni passaggio del tutto trasparente e vanno fissati tempi rigidi. Il modello da adottare è quella della 231 agendo dove il rischio corruttivo è più elevato. Ancora: rotazione degli incarichi dirigenziali, controllo sui ritardi, un rigido regime delle incompatibilità . Regime identico per aziende e società partecipate”.
Pensa di farcela a “liberare” il privato dalle angherie del pubblico?
“Stiamo lavorando su un pacchetto di semplificazioni delle procedure e dei rapporti tra amministrazione e imprese, in modo che il cittadino non debba contrattare nulla col singolo funzionario. Nel ddl chiederò che venga introdotta una regola per garantire una maggiore trasparenza dei redditi dei titolari di cariche dirigenziali, con controlli incrociati tra codici fiscali dei dipendenti pubblici e partite Iva per far emergere casi di doppio lavoro”.
Berlusconi non è più premier. Che ne dice di abolire le sue legge su falso in bilancio e prescrizione?
“Certamente ne parlerò con il Ministro Severino che sta studiando come rivedere i reati contro la pubblica amministrazione. Sicuramente c’è un collegamento tra queste leggi e il fenomeno corruttivo. Il tema va approfondito, anche perché l’Europa ci sollecita una risposta sulla prescrizione”.
Eleggibilità . Come da anni chiede Di Pietro, si batterà per non far entrare in Parlamento chi ha macchie giudiziarie?
“Sarà un grande risultato se il governo riuscirà ad esercitare subito la delega, visto che nel testo del ddl è prevista l’ineleggibilità per chi ha condanne definitive per reati oltre i due anni. Quanto ad altri inasprimenti, il governo dev’essere cauto su articoli già votati da Senato e Camera”.
Condivide la proposta Severino sulla corruzione privata?
“Partendo dalle norme sui reati societari, l’ambito su cui riflettere è quello applicativo. Le regole del 2635 valgono solo per le società , bisogna verificare se estenderle alle imprese e poi intervenire sulla procedibilità , oggi limitata alla sola querela di parte. È ragionevole che si preveda quella d’ufficio, salvo vedere se in alcuni o in tutti i casi. Ma ciò dovrà essere oggetto di un approfondimento e di una riflessione collettiva”.
à‰ tempo di accelerare la ratifica delle convenzioni Onu?
“Delle sei attinenti la corruzione, la più importante, quella di Merida, è già stata ratificata. Sono in attesa le due di Strasburgo del ‘99 in materia penale e civile, e quella penale richiede l’estensione del reato di corruzione anche al settore privato e prevede il traffico di influenze illecite, una specie di millantato credito rafforzato. Vanno ratificate al più presto”.
Non le piacerebbe legare il suo nome a una svolta nella lotta alla corruzione?
“Non è importante il nome, ma da magistrato e da ministro voglio dare il mio contributo, anche se una simile lotta richiede un impegno comune non solo normativo e repressivo, ma anche etico, culturale e di prevenzione”
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