“La garanzia statale sui bond bancari farà riaprire i rubinetti del credito”
MILANO – «Credo sia ottima la decisione dell’Italia di partire per prima con le garanzie governative sui bond a valle della deliberazione dell’Ecofin di settimana scorsa – commenta a caldo un operatore specializzato in trading di titoli bancari – in questo modo si allevia il problema della liquidità del sistema bancario e si riprendono a finanziare le imprese e i privati». Forse il rialzo delle Borse di ieri non dipende solo da questo provvedimento ma certo tutti sono concordi nel sostenere che ha aiutato a stemperare le tensioni sui mercati. Ora bisogna capire tecnicamente come funzionerà questa garanzia governativa. Il provvedimento varato non è infatti illimitato ma vengono fissati dei paletti importanti: intanto è limitato a «quanto strettamente necessario per ripristinare la capacità di finanziamento a medio lungo termine per le banche beneficiarie» e poi verrà attentamente monitorato dalla Banca d’Italia che deve verificare l’adeguatezza dei livelli patrimoniali reddituali e di merito di credito. Vi sarà dunque una corsa da parte degli istituti italiani, e anche europei, a emettere nuovi bond societari? Come è noto già da diversi mesi lo spread sovrano sopra i 300 punti ha contagiato il merito di credito dei singoli istituti che non possono avere un rating migliore dello stato italiano e che per questa ragione si sono viste chiudere un importante canale di finanziamento della loro attività . Una banca non può infatti raccogliere soldi al 7-8% sul mercato e poi prestare ai clienti, fossero esse imprese o famiglie, a tassi decisamente inferiori. Così da luglio scorso in poi l’attività di erogazione del credito all’economia si è rarefatta, ottenere un nuovo mutuo è oggi impresa quasi impossibile. Il provvedimento varato con la manovra del governo Monti va dunque nella direzione di ripristinare il circuito della liquidità interbancaria e quindi di riaprire il rubinetto del credito alle aziende e alle famiglie. In pratica una banca come il Monte dei Paschi o come il Banco Popolare potranno emettere corporate bond con lo stesso spread dell’Italia, con la speranza che vengano acquistati anche dagli investitori istituzionali. Questi dovrebbero tornare compratori in quanto potranno offrire gli stessi titoli in garanzia alla Bce per ottenere in cambio liquidità . La garanzia dello Stato permette l’eligibilità e uno sconto (haircut) minore rispetto al rischio associato alle banche in questione.
Tuttavia il mercato aspetta di sapere come il provvedimento sui bond garantiti dallo Stato si collegherà all’intervento previsto dal fondo salva-Stati (Efsf). In un primo momento si pensava che le garanzie dovessero essere europee e l’intervento del fondo sulle singole banche, mentre ora le parti sembrano invertite. Le garanzie sono nazionali mentre il fondo Efsf andrà a sostenere gli Stati. Oppure il fondo entrerà direttamente nel capitale delle banche se queste non rispetteranno i parametri patrimoniali. Se ne saprà di più domani quando Merkel e Sarkozy esporranno i contenuti dell’accordo franco-tedesco per salvare l’euro.
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