“Havel, il grande visionario della libertà ”

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PRAGA – «Fu un Grande del mondo, portò la luce nel più profondo del buio». Le parole in cèco di Madeleine Albright, segretario di Stato negli anni di Clinton, danno il senso alla giornata. Solenne cerimonia a Hradcany, il castello che domina Praga. I leader del mondo libero tutti sui banchi della cattedrale di San Vito, accanto alla bellissima vedova Dagmar Havlova. Un messaggio di Benedetto XVI esalta il «visionario che portò la libertà ». È l’addio a Vaclav Havel, l’eroe dell’opposizione cecoslovacca e poi presidente del dopo ‘89. Per finire con un concerto rock a Piazza San Venceslao: l’intellettuale martire e poi statista amava il rock, e l’idea di fondare Charta 77 iniziò per difendere la musica giovanile.
Praga triste, ma fiera, alla vigilia di Natale. La Repubblica Cèca intera, tornata prospera democrazia, si è fermata, come venerando un Wojtyla laico, quando a mezzogiorno è scattato il minuto di silenzio, e ovunque suonavano campane delle chiese e sirene delle fabbriche. Piazza San Venceslao era un mare di candeline. La Cerimonia a San Vito era appena iniziata. Hillary Rodham Clinton col marito Bill a fianco, Cameron e Sarkozy insieme ad Alain Delon, il presidente della Commissione Ue Barroso e Lech Walesa. Grande assente la Russia, che ha inviato condoglianze a Pyongyang, ma non a Praga. Solo l’ombudsman per i diritti umani venuto di sua iniziativa rappresentava Mosca. 
«Che la verità  e l’amore vincano sull’odio e la menzogna: le sue parole restano valide, lui ci ha restituito una vita senza paura», dice l’arcivescovo di Praga Dominik Duka officiando. Poi due pastori evangelici pregano per le idee di Havel – diritti umani, giustizia sociale – in cèco e in slovacco. Suona il Requiem di Antonin Dvorak, Hillary e Bill ricordano in silenzio come, quando venne alla Casa Bianca da presidente, Havel fan del rock chiese di invitare Lou Reed. La Filarmonica di Praga suona “Dov’è la mia patria”, il sommesso e bello inno nazionale, i cannoni dell’esercito sparano 21 salve, poi i soldati in alta uniforme di stile inglese portano a spalla la bara. La folla la accoglie applaudendo, e facendo tintinnare i mazzi di chiavi, come in piazza nell’89 per chiedere di aprire le prigioni. A sera l’ultimo omaggio: il concerto rock, per Havel che sconfitta la dittatura accolse a Praga i Rolling Stones.


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È morto nei giorni scorsi a Trieste, all’età  di 90 anni, Galliano Fogar, partigiano di Giustizia e Libertà , storico e testimone appassionato e rigoroso degli eventi che caratterizzarono tra gli anni ’20 e il dopoguerra questo estremo lembo d’Italia e la Venezia Giulia.

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