by Editore | 23 Dicembre 2011 8:18
«Questa legge passata alla Camera di Parigi è una ferita insanabile nei rapporti fra Turchia e Francia, come ha appena commentato il nostro primo ministro Recep Tayyip Erdogan. Perciò il governo turco ha deciso di adottare delle misure politiche, diplomatiche e militari. Ma nessun boicottaggio delle merci francesi. Sarà il popolo a decidere. È composto da gente emotiva, ed è la nazione a fare le sue scelte in base ai propri sentimenti».
Sono ore aspre ad Ankara. L’esecutivo di Erdogan si è riunito dopo la notizia che chi nega il genocidio armeno verrà perseguito con il carcere e pene pecuniarie. La Turchia oggi ammette i massacri del 1915, ma ne contesta l’entità e – soprattutto – la definizione di “genocidio”, in cui non si riconosce. «Vogliono compromettere definitivamente i nostri rapporti con l’Europa – è la tesi che circola negli ambienti diplomatici e nell’opinione pubblica – Nicolas Sarkozy non solo si oppone all’ingresso della Turchia, ma vuole accaparrarsi i voti alle presidenziali dei quasi 600mila armeni presenti in Francia». A parlare con Repubblica è Egemen Bagis, numero tre del governo, responsabile per gli Affari europei e a capo del negoziato con la UE.
Ministro Bagis, perché parlate di ferita insanabile?
«Perché si tratta, come ha spiegato Erdogan, di una decisione presa con un fondamento di razzismo, discriminazione e xenofobia».
Che cosa vi disturba della scelta di Sarkozy?
«Sarebbe molto meglio se il signor Sarkozy abbandonasse il ruolo di storico, e pensasse piuttosto a risolvere i problemi economici dell’Unione Europea di cui il suo Paese è membro. Perché i suoi sono tentativi di abusare della politica interna della Francia. In realtà , così sta cercando anche di nascondere la propria perdita di consensi».
È vero che boicotterete anche una serie di prodotti commerciali francesi?
«Il popolo turco è emotivo ed esprime le sue reazioni. Lo abbiamo visto anche in passato. Possono scegliere da loro il supermercato dove fare la spesa, i negozi in cui acquistare le essenze, quale yogurt comprare, con quale tipo di linea aerea volare».
E quali prodotti possono rientrare sotto queste categorie?
«I cosmetici, i profumi, l’abbigliamento. I miei concittadini sono intelligenti e sanno scegliere fra i prodotti di importazione e quelli fabbricati qui. Nel comprare la propria automobile sanno se si tratta di una vettura locale oppure estera. In questo Paese la gente ha già versato il vino per le strade, o bruciato abiti e cravatte. Non c’è alcun bisogno di incitamento: sanno prendere decisioni da sé».
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