by Sergio Segio | 2 Dicembre 2011 7:28
LONDRA -Decifrate il codice segreto e potrete diventare James Bond. È l’insolita offerta che il servizio di spionaggio elettronico di Sua Maestà lancia attraverso Facebook e Twitter: i due social network dirigono i propri iscritti al sito canyoucrackit.co.uk (un termine slang per dire “puoi risolvere l’enigma?”), dove compare una sequenza di 160 coppie di lettere e numeri e parte un conto alla rovescia. Entro dieci giorni bisogna provare a scoprire la parola che si nasconde dietro il misterioso codice (“eb 04 af c2 bf a3 81 ec”: comincia così). Il gioco non contiene alcun riferimento ai servizi segreti: sembra uno dei tanti passatempi che si incontrano sul web. Ma chi riesce a risolvere il rebus viene automaticamente trasferito a un altro sito, quello del Government Communications Headquarter, meglio conosciuto con il suo acronimo, Gchq, il servizio di spionaggio britannico che sorveglia elettronicamente ciò che accade nel Regno Unito e nel mondo: telefonate, email, trasmissioni radiotelevisive, comunicazioni di qualunque genere, tutto viene captato dalle sue potenti orecchie. E i vincitori del quiz vengono invitati a un colloquio per entrare a far parte di questa segretissima agenzia governativa.
«I metodi di reclutamento tradizionale potrebbero non attirare la gente di cui abbiamo bisogno», commenta un portavoce del Gchq, «perciò abbiamo pensato a un gioco che, attraverso i più popolari social network, individui una nuova generazione di spie». In passato, lo spionaggio elettronico andava a selezionare i suoi uomini (e donne) tra i più brillanti matematici appena usciti da Oxford e Cambridge, «ma vogliamo ampliare la ricerca a persone che non sono necessariamente laureati, che potrebbero anche essere autodidatti, ma lo stesso dotati dei requisiti che ci servono», spiega il portavoce. Suona come il ritratto degli hacker, ossia del nemico che il Gchq deve e dovrà sempre più spesso affrontare nelle guerre cibernetiche del futuro: il mese scorso il ministro degli Esteri Hague ha rivelato che la Gran Bretagna subisce 600 “attacchi” di questo tipo al giorno.
Non sarebbe la prima volta che i “ladri”, pentiti e redenti, passano dalla parte delle “guardie”: del resto nessuno conosce meglio degli hacker il sistema per infiltrarsi nei computer governativi. Di nuovo c’è l’idea per arruolarli: un videogioco prodotto dai servizi segreti e pubblicizzato attraverso Facebook e Twitter. Una volta le spie venivano “dal freddo”. Quelle di domani verranno dai social network.
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