“COSàŒ CARAVAGGIO ADESSO È UN’ICONA”

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Claudio Strinati ha curato la mostra dei record dedicata a Caravaggio, lo scorso anno alle Scuderie del Quirinale di Roma. Ora torna a raccontare Michelangelo Merisi e le sue opere nel primo dvd della serie Il Caffè dell’arte intitolato Caravaggio e la forma della luce. 
Strinati, come si divulga l’arte non attraverso una monografia scritta, ma con un dvd?
«In realtà  questi dvd sono molto simili a un saggio critico: non hanno la necessità  di essere esaustivi, ma si concentrano su un punto di vista e hanno l’obiettivo di tirar fuori il significato storico di un artista e spiegarne l’importanza. Abbiamo realizzato dei “saggi parlati”, che hanno molto di televisivo».
In Italia, se si pensa all’arte in televisione, viene in mente subito Federico Zeri.
«È vero, Zeri ha fondato l’immagine dello storico dell’arte in tv. Prima di lui nessuno pensava che gli storici dell’arte potessero diventare personaggi televisivi. Ma la grande divulgazione è arrivata dopo: con Piero Angela che si è avvicinato all’arte, oltre che alla scienza, o con programmi come Passepartout di Philippe Daverio. La collana Il Caffè dell’arte segue un po’ questa tendenza degli ultimi anni».
Come ha selezionato le opere di Caravaggio da descrivere nel dvd?
«Ne ho scelte una decina tra le più significative: i grandi quadri sacri, come La vocazione di San Matteo, che si presta a un’ampia discussione, ma anche i “profani”, penso per esempio all’Amore vincitore».
Perché Caravaggio è così al centro dell’attenzione del grande pubblico?
«Perché è il più carico di umanità , si pone a colloquio diretto con lo spettatore. Pur essendo un uomo del passato, si presenta ancora come carico di novità : è qualcosa che nel corso dei secoli succede solo ad alcuni artisti. Caravaggio dentro di sé possiede uno stigma di modernità , come John Lennon nella musica».


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