by Editore | 27 Dicembre 2011 7:52
ROMA – «Berlusconi approfitta delle vacanze e improvvisamente appare come quello che è contro la recessione. Solo la pazienza di Giobbe permette a Bersani di ingoiare le fesserie del Cavaliere e una manovra che colpisce soprattutto il suo elettorato». Michele Emiliano è il sindaco di Bari. Da settimane contesta il governo Monti per le misure “salva Italia”. «Non aiutano la crescita, anzi». Ma non è Berlusconi a poterlo dire.
L’ex premier ricorda che con lui le tasse non sono aumentate e si è scelta la strada dei tagli.
«È stato al governo due anni e mezzo ed è lui ad aver tenuto in piedi questo sistema che io chiamo di recessione programmata. Sistema adottato di concerto con l’Unione europea e che ha avuto come icona Giulio Tremonti. Il nuovo governo non fa altro che proseguire l’opera».
Per salvare il Paese dal precipizio.
«È un governo di necessità , lo so. Ma l’effetto recessivo dei suoi provvedimenti è evidente, Abbiamo già stipendi pubblici e privati bloccati da anni. Con l’annuncio di un taglio sulle pensioni sopra i 1400 euro alla vigilia di Natale, si sono compromessi i consumi. Anche l’Imu colpisce la fascia media, quella che serve per risalire la china. E con un trucco fantastico Monti toglie risorse al fondo sperimentale di perequazione dei comuni del Sud. A Bari per esempio mancheranno 6 milioni».
L’alternativa?
«Una patrimoniale sui grandi beni immobiliari di banche e assicurazioni. Per ridurre davvero il debito e permettere ai comuni di agire in deroga al patto di stabilità . Significherebbe sbloccare 40 miliardi di euro fermi nella pancia degli enti locali. Sarebbe una vera leva di sostegno alla domanda. Bari è il quinto comune italiano per la solidità dei bilanci: grazie alla lotta all’evasione, all’uso di sole 4 macchine per 12 assessori, a un cerimoniale che costa appena 35 mila euro l’anno. Qui i tagli li abbiamo già fatti e Bari ha 120 milioni da spendere. Perché non può farlo? Poi mi tocca sentire Berlusconi, che questa manovra l’ha votata, annunciare la recessione».
L’ha votata anche il suo partito.
«E io l’ho contestato».
Non crede alla fase due?
«Io, a 52 anni, l’ho sentita evocare migliaia di volte e non l’ho mai vista. Bersani, che ne ha 60, sarà anche più disilluso di me. Capisco le ragioni di emergenza ma temo che un governo retto soprattutto da Berlusconi non potrà mai fare una vera lotta all’evasione. E per il Pd sarà difficilissimo uscire da questa situazione».
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