“Aisha Gheddafi vuole chiedere asilo a Israele”

by Editore | 29 Dicembre 2011 8:34

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GERUSALEMME – Algeri non fa sentire al sicuro Aisha Gheddafi. L’unico posto dove la figlia dell’ex leader libico si sentirebbe veramente protetta è Israele. Sarebbe stata lei stessa a confessarlo ad amici europei da quando a fine agosto è riparata nella capitale algerina, rivela in rete Intelligenceonline.com. Aisha starebbe persino pensando di chiedere asilo allo Stato ebraico o di rivendicarne la cittadinanza come, in virtù della “legge del ritorno”, può fare chiunque possa dimostrare di essere figlio o nipote di un ebreo. Perché, secondo il sito di informazione francese, suo padre Muammar Gheddafi, il paladino della causa araba e a lungo antisemita, sarebbe figlio di una ebrea.
Non sarebbe un caso – prosegue il sito web – che, per chiedere alla Corte penale internazionale dell’Aja di aprire un’inchiesta sull’uccisione del padre e del fratello Mutassim, Aisha abbia assoldato un avvocato israeliano di chiara fama, Nick Kaufman, già  pubblico ministero presso la procura distrettuale di Gerusalemme e presso la stessa Corte penale internazionale. Da Kaufman Aisha, sempre secondo queste voci, vorrebbe infatti assistenza legale anche per fare aliya, ritorno, in Israele.
L’ipotesi che il colonnello libico avesse origini ebraiche non è del resto nuova. Di recente ha trovato nuova eco dopo che una donna israeliana, Guita Boaron, ha rivelato a Canale 2 di essere una cugina di secondo grado del raìs perché la sua prozia era la nonna di Muammar: un’ebrea di Bengasi convolata a nozze con un musulmano ad appena 18 anni dopo aver lasciato il primo marito ebreo. «Ebbe una figlia che a sua volta diede alla luce il Colonnello il che fa di lui un ebreo secondo la legge halachica», ha detto Guita Boaron alla tv israeliana. In molti non credono alle rivendicazioni della Boaron, ma persino l’Economist sostiene che la sua storia troverebbe riscontro nei ricordi di molti suoi concittadini. «Molti israeliani di origine libica ricordano anche che Gheddafi partecipò a un matrimonio ebraico negli Anni ‘60, molto prima che diventasse il leader della Libia», ha scritto il settimanale britannico citando Pedazur Benattia, fondatore del centro di promozione della cultura libica in Israele Or Shalom. Ma finora però nessuno è stato in grado di presentare documenti che confermino i racconti.

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