Putin, show in tv per riconquistare la Russia

by Editore | 16 Dicembre 2011 10:07

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Mosca – Vladimir Putin è spiritoso, un po’ rude quando ci vuole, e soprattutto molto democratico. Il messaggio, confezionato ad arte da image-maker freschi di assunzione, è stato recapitato in tutte le case di Russia con una maratona tv di 4 ore e 33 minuti sul primo canale di Stato. Grande performance anche sul piano fisico nella quale il contestatissimo premier, deciso a ritornare Presidente con il voto del 4 marzo, ha esibito il meglio del suo repertorio. C’è innanzitutto il capitolo complottistico: «La protesta? È legittima ma è in parte sobillata dagli Stati Uniti». Poi quello patriottico-vittimistico: «Gli Usa ci temono perché impediamo loro di dominare il mondo. Guardate quello che hanno fatto a Gheddafi». E via con il racconto di come gli americani avrebbero consegnato il dittatore libico alla folla pronta a linciarlo. Condito da un messaggio al senatore McCain che gli augura di finire travolto dalla Primavera russa: «Poverino, è stato prigioniero in Vietnam, è fuori di testa».
E non sono mancate le promesse: “Brogli? Pochi, nella media di ogni paese. Ma in marzo miglioreremo, con le web-cam ai seggi. Daremo all’opposizione un ruolo in ogni commissione elettorale”. «Khodorkovskij? Esaminerò una sua richiesta di grazia». Peccato che l’oligarca ribelle, in carcere per motivi mai chiariti, continui a chiedere solo un nuovo processo. Fino all’ultima frase strappaapplausi: «Se perdo lascio la politica, ma devono battermi gli elettori, non quelli che si sfogano su Internet o per le strade». 
E la parte meglio riuscita dello show è proprio quella dedicata alla protesta: «Ho letto di drammatiche riunioni al Cremlino. Forse non mi hanno invitato. Io sabato ero a lezione di hockey». Il tutto condito dal suo adorato umorismo da caserma: «Ho visto in tv quei nastri bianchi. Mi sembravano tanti preservativi». Oppure: «Mi sto informando sulle ragioni di questi contestatori. Mi piace Kipling, mi incuriosisce il popolo delle scimmie». 
In uno studio a metà  tra “Tribuna elettorale” e “La Domenica sportiva”, spiccavano anche personaggi mai ammessi prima come il direttore di radio Eco di Mosca, Aleksej Venediktov, e il regista Nikita Mikhalkov. Hanno fatto qualche domanda insieme alla “gente vera” raggiunta in una decina di collegamenti in tutto il paese con uno schema vecchio stile: operai in tute arancione, militari con colbacco, massaie di campagna con foulard variopinti. Putin ha poi denigrato i suoi possibili concorrenti da Kassianov (“Un ladro”) al comunista Zjuganov. Tutti tranne il miliardario Prokhorov sospettato di essere solo un rivale di comodo: «Lui sì, è un avversario degno». Peccato che nessuno gli abbia detto che il miliardario play boy sta cercando in gran fretta una moglie per fini elettorali. Il Putin in gran forma di ieri sarebbe riuscito a sollazzare degnamente la platea.

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