Profumo riparte dall’Anvur (e dalla Gelmini)
Il principio di lavoro di questa mega-macchina sarà condotto da 450 esperti, italiani e stranieri, suddivisi in 14 gruppi di esperti radunati sotto la sigla Gev. Per i prossimi 7 anni, l’Agenzia Nazionale per la Valutazione del Sistema universitario e della ricerca sovrintenderà all’efficienza dell’amministrazione degli atenei, come ai criteri scientifici seguiti dai ricercatori. In base alle sue valutazioni, il governo provvederà a finanziare gli atenei. Da oggi, fino al 2013, la valutazione della qualità della ricerca seguirà un processo articolato, strutturato in tappe calendarizzate fino al 30 giugno 2013 quando l’Anvur presenterà la prima relazione della Valutazione della Qualità della Ricerca (Vqr). Due anni di rodaggio che promettono di avviare un processo improntato alla trasparenza e alla certificazione ufficiale dei «prodotti» della ricerca basata sulla «peer-review», anche se non mira ad analizzare la qualità della didattica, né i servizi agli studenti. Il sistema di valutazione era stato approntato dal governo Prodi, ma è rimasto fermo per anni. A quel tempo si chiamava Civr ed era basato su 18.500 «prodotti» scientifici. L’Anvur promette invece di lavorare su una quantità dieci volte superiore. Tra le informazioni sensibili, si conoscerà il numero dei brevetti concessi e il numero degli spin-off o incubatori di impresa, oltre che i progetti nazionali e internazionali. Sono ancora in discussione i criteri di valutazione delle materie umanistiche.
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