Pensioni, anche Di Pietro dice no Cgil in rivolta

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ROMA – Incontri, vertici, riunioni. Sono giornate intense quelle di Mario Monti. Il presidente del Consiglio è impegnatissimo a mettere a punto la manovra e nello stesso tempo deve cercare di tenere conto di quello che si agita nel paese. È spronato da Giorgio Napolitano, che ieri sera lo ha ricevuto al Quirinale. In un messaggio al congresso del Psi, il capo dello Stato ricorda che la crisi richiede che «si assumano misure conseguenti in grado di conciliare il rigore con l’equità  e di promuovere l’indispensabile crescita della nostra economia».
Resta però l’ostilità  dei sindacati, invitati a Palazzo Chigi domani, nei confronti delle novità  sulle pensioni. Susanna Camusso, per esempio, dice di avere «bisogno della lente di ingrandimento per vedere traccia di equità » in quello che prepara il governo. Oltre che il merito, i sindacati criticano anche il metodo. «Vogliamo una trattativa vera, non una semplice consultazione», dice il segretario della Cisl Raffaele Bonanni parlando dell’incontro di domani mattina. «Sarà  un rito – aggiunge il segretario della Uil Luigi Angeletti – nel quale probabilmente avremo informazioni carenti e lacunose».
Il quadro è altrettanto confuso quando si parla dei partiti politici. Monti vedrà  oggi Alfano, il Terzo Polo e Bersani. Si sottrae in partenza al confronto Antonio Di Pietro contrario all’idea di «una maggioranza politica che trova un punto di accordo sotto banco e dietro la sagrestia e non nelle aule proprie». Sulle pensioni l’ex pm precisa: «Noi non siamo contrari al ritocco delle pensioni, ma dipende da quale ritocco e da quali pensioni. Quelle di anzianità , cioè di chi ha pagato 40 anni di contributi non devono essere toccate».
Si agita molto la Lega. I padani contestano che la consultazione con le Regioni di domani mattina cada in concomitanza con la riunione del Parlamento padano. «Non si agisce così, è una provocazione, uno sgarbo istituzionale», dice il governatore piemontese Roberto Cota. «C’è stata poca sensibilità , sia chiaro che abbiamo chiesto di poter esserci», aggiunge il collega veneto Luca Zaia. La coppia, però diserterà  l’appuntamento di Palazzo Chigi.
I leghisti, inoltre, criticano la presenza di Monti di martedì prossimo da Vespa. La consideravano una vera e propria offesa al Parlamento. Quello nazionale. Ma la polemica si è stemperata quando è arrivato l’annuncio che Monti riferirà  alle Camera lunedì pomeriggio. Gli altri invece andranno oggi a spiegare, chiedere, fissare paletti. Il segretario del Pdl dice di «andare all’incontro con grande apertura di spirito». Bersani, continua a chiedere «soluzioni che coniughino il rigore con una dose indispensabile di equità  e di consenso sociale». «Udc e Terzo Polo «appoggiano Monti non per vigliaccheria e facendo un passo indietro nell’assunzione delle responsabilità , ma per convinzione», annuncia invece Per Ferdinando Casini.


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