by Editore | 20 Dicembre 2011 7:47
La situazione era talmente disastrosa, che le Poste italiane non venivano inserite nelle statistiche europee per non falsare la media». Corrado Passera, alla Sala del Mappamondo della Camera, parla da ministro dello Sviluppo ma anche da ex amministratore delegato di Poste italiane (1998-2002). Di un ente che si dice orgoglioso di aver contribuito a risollevare, così come vorrebbe fare con l’Italia. Davanti a un gruppo di studenti della Scuola per le Politiche pubbliche, in un incontro organizzato da Luciano Violante e dalla sua associazione di ricerca a-partisan ItaliaDecide (in prima fila c’è anche Gianni Letta), racconta una parabola di quasi 15 anni fa, con molti rimandi nel presente.
Il sindacato, innanzitutto. Proprio ieri, la leader della Cgil Susanna Camusso accusava sul Corriere il governo di «tratti autoritari», parlando di «supponenza» e di «intervento folle sulle pensioni». Passera non risponde sull’attualità , ma racconta del passato: «Quando sono arrivato, l’ente era in uno stato veramente difficile. Molti si vergognavano di lavorarci. Per fortuna ho avuto una copertura politica dagli allora ministri Carlo Azeglio Ciampi e Antonio Maccanico. Avevamo il problema del sindacato, che condizionava pesantemente le trattative. Eravamo in emergenza e allora abbiamo detto: da oggi si cambia, è un’altra cosa. Abbiamo coinvolto i sindacati, invitandoli a lavorare insieme per il rilancio. Ci siamo scazzottati per alcuni mesi, in maniera virile. Ma alla fine, il piano era condiviso. E quello è andato avanti». Le Poste cambiarono, ci furono tagli di personale e ci fu il lancio dei servizi finanziari, con una maggiore efficienza.
Passera spiega di non aver mai voluto fare a meno delle parti sociali: «Le grandi ristrutturazioni nelle aziende non si fanno mai contro i sindacati. Nelle situazioni di emergenza è opportuno avere un rapporto franco con i sindacati, ed è meglio siano forti». Dunque, sì a un coinvolgimento, «senza che la concertazione diventi un pantano che frena tutti». Davanti agli studenti, Passera torna al presente: «È un momento difficile, le cose potrebbero anche peggiorare, anche se il rischio di una seconda Grecia è ormai alle spalle. Per questo dobbiamo dare una grande accelerazione. Stiamo andando nella direzione giusta, ma c’è ancora tanto da fare».
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