Pakistan, la Corte suprema apre un’indagine
Il «memogate» è scoppiato quando un businessman pakistan-americano ha dichiarato che l’allora ambasciatore pakistano a Wasghington, Husain Haqqani, gli ha dato il messaggio attribuito al presidente della repubblica Ali Zardari perché lo consegnasse agli americani. Sia l’ambasciatore che il presidente negano, ma Haqqani è stato costretto a dimettersi. Ora la Corte suprema mette ulteriore pressione sul governo civile, e su Zardari. L’avvocata Asma Jehangir, nota per la sua difesa dei diritti umani, ha criticato i magistrati: «Hanno anteposto la sicurezza nazionale ai diritti fondamentali».
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Coinvolti anche l’ex premier Samaràs, il socialista Venizelos, l’attuale commissario europeo all’immigrazione Avramopoulos e il governatore della Banca centrale Stournàras