2011: un anno di analisi, notizie e proposte. Sempre alternative, sempre possibili 0

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Unimondo, bilancio 2011

Un anno passa molto in fretta. Così anche questo 2011 sta per essere archiviato. Ma tutte le questioni che lo hanno caratterizzato (dalla primavera araba alla grande crisi economica) sono ancora aperte e sicuramente saranno al centro degli avvenimenti del prossimo anno. Nei 12 mesi trascorsi Unimondo ha cercato di raccontare questi grandi movimenti epocali e globali offrendo visuali alternative, voci diverse, sentieri di riflessione poco battuti.

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Quella rabbia anti-potenti che inizia con Giovenale 0

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Il poeta latino è il primo campione dell’indignazione: uno che di sé diceva 
di non avere talento ma tanta rabbia. Ma arrabbiarsi è di destra o di sinistra?

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Un fruttivendolo sconvolse il mondo 0

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Il 14 gennaio Ben Ali fugge cacciato dalla rivolta innescata dal suicidio del venditore di carote Bouazizi, uomo dell’anno per il Times. La protesta si propaga a primavera in Egitto e altrove. In Libia è la fine di Gheddafi, in Siria è guerra civile

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Immigrati, un giorno davanti alla scuola 0

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Per l’Istat entro 50 anni gli stranieri saranno un quarto della popolazione.
 In classe è già  tutto chiaro. Sono una fortuna che arriva dal mare e noi respingiamo

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BUON ANNO COMUNQUE 0

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Buon anno. Si fa per per dire. «Il 2011 è stato un anno horribilis, ma il 2012 potrà  essere peggiore», era il titolo di ieri di un servizio dell’agenzia Radiocor. Titolo corretto: il 2012 si annuncia non orribile, ma terribile.

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Le illusioni del liberista 0

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Non tutti i commentatori sembrano averlo capito, ma Monti nella sua conferenza stampa di fine anno ha detto che non ci sarà  una fase 2 qualitativamente diversa dalla prima.

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UNA PROMESSA CHE FA EQUITà€ 0

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Il governo Monti, pur facendo del contrasto all’evasione fiscale una sua bandiera, non ne inserisce i proventi tra le entrate del bilancio dello Stato.

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Vattani, il console con la bandiera nera 0

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È un figlio di papà  da restituire subito al suo influentissimo e familista genitore. Insomma, va cacciato per cialtronaggine e non per apologia del fascismo questo console Mario Vattani, cantante fascio rock che, visto nell’esibizione su YouTube mentre gorgheggia “innalzeremo bandiera nera”, non fa certo pensare al Duce, a Dino Grandi e a Filippo Anfuso. ma purtroppo al degrado della diplomazia italiana, una delle più delicate ma anche più “castali” e meno controllate strutture professionali del nostro Paese.

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La bufala dei conti in sicurezza 0

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La dichiarazione del Presidente del Consiglio, professor Mario Monti, secondo cui con l’approvazione della sua manovra i conti pubblici dell’Italia sarebbero “in sicurezza”, è quanto meno sorprendente.

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Torna di Moda l’Alveare di Mandeville la Crisi si Supera solo con le Passioni 0

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Torna di moda la grande metafora delineata da Bernard de Mandeville nella Favola delle api (1714) a proposito del funzionamento della società , che fece inorridire filosofi e moralisti (Hutcheson, Berkeley, Rousseau, ecc.).

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Le petromonarchie del Golfo pronte a spegnere l’incendio 0

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Il potenti dell’area si sono organizzati per affossare le primavere. Palestinesi abbandonati

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Sale la «Quinta Generazione» tra crisi e caos interno 0

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I cinesi non votano, ma l’autunno del 2012 vedrà  tutti i loro vertici supremi cambiare connotati. Di sicuro quelli fisici, mentre su quelli politici grava un’incertezza che ha portato a fior di pelle i nervi degli apparati del partito-stato.

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Come si può crescere davvero 0

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Nella sua lunga conferenza stampa di fine anno, Mario Monti ha più volte ribadito che non può esserci risanamento senza crescita. Le cifre gli danno ragione: ogni punto in meno di crescita comporta circa mezzo punto di pil di deficit in più, sette miliardi e mezzo aggiuntivi da reperire se si vuole rispettare l’obiettivo del bilancio in pareggio. Ed è vero anche il contrario: la riduzione dell’incertezza sul futuro dell’economia italiana stimolerebbe la crescita dando un grande impulso agli investimenti. Proprio per questo non ha senso alcuno parlare di una fase due nell’azione di governo. Le misure per lo sviluppo, che vengono ora annunciate per metà  gennaio, avrebbero dovuto essere varate contestualmente alla manovra per venire approvate prima di Natale. Era quanto previsto, tra l’altro, dagli impegni sottoscritti dal nostro paese in sede europea. A questo punto non possiamo permetterci ulteriori ritardi. 
Non c’è fase due anche perché continuiamo ad essere in piena emergenza e dobbiamo dare forti segnali ai mercati prima delle aste di febbraio. Negli ultimi giorni abbiamo assistito a un forte calo dei rendimenti alle aste del Tesoro sui titoli a breve scadenza, accompagnato però da un ampliamento dello spread sul mercato secondario, nonostante i continui interventi della Bce. L’impressione è che molti investitori istituzionali vendano i nostri titoli di Stato prima delle aste per poi riacquistarli alle nuove emissioni soprattutto sulle scadenze più brevi, anche perché non troppo velatamente invitati a farlo. Queste operazioni possono contribuire a contenere la crescita del costo medio del nostro debito pubblico (che paga i rendimenti delle aste), ma peggiorano la posizione patrimoniale delle banche che sono giustamente costrette a valutare i titoli in portafoglio alle condizioni del mercato secondario. 
L’indice degli interventi prospettati dal presidente del Consiglio due giorni fa è condivisibile. Le liberalizzazioni e le riforme che riducono il dualismo del mercato del lavoro stimolando gli investimenti in formazione sul posto di lavoro servono per fare aumentare la produttività .

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QUANDO IL CITTADINO DIVENTA GIORNALISTA 0

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È un bell’esempio di citizen journalism, di giornalismo collaborativo o partecipativo con il coinvolgimento diretto dei cittadini, quello offerto dal comitato romano “Basta cartelloni” che s’è mobilitato contro le affissioni pubblicitarie illegali nella Capitale, provocando la denuncia di 44 persone tra cui un dirigente del Campidoglio.

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Due Miliardi di Cristiani sulla Terra quelli Europei Contano sempre meno 0

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Un secolo fa, sei cristiani su dieci erano europei. Oggi in Europa vive solo il 26% dei cristiani del mondo, mentre la maggior parte, il 37% contro il 27% del 1910, vive nelle Americhe.

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I compiti che spettano all’Europa per superare gli egoismi nazionali 0

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L’Unione Europea arriva stremata al 2012. Deve prendere le distanze dalla baraonda dell’anno trascorso. È necessaria una discontinuità . Ogni Stato membro dovrà  smettere di rimanere sordo alle esigenze degli altri e ragionare in termini di rapporti di forza. Altrimenti, la crisi dei debiti sovrani diventerà  davvero ingestibile.

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Cicale, formiche e recessione: si ingrossa il fiume della sfiducia nell’euro 0

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PARIGI – Il 1° gennaio 2012 l’euro come moneta corrente utilizzata dai cittadini (di 12 paesi nel 2002, oggi 17) compie dieci anni. Ma nessuno pensa di festeggiare questa ricorrenza. Anzi, l’impensabile è ormai argomento di dibattito: in molti ora farebbero la festa all’euro, per tornare alle monete nazionali.

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