by Editore | 23 Dicembre 2011 7:02
FOSSA (L’AQUILA) – Oggi l’America ricorderà Charlie Chaplin, scomparso il giorno di Natale del 1977, con la proiezione del suo capolavoro La febbre dell’oro, nella versione restaurata e rimasterizzata. È un evento che si svolgerà in contemporanea a New York e a San Francisco e in cui è importante, “miracolosa” la partecipazione italiana: la colonna sonora, firmata dallo stesso Chaplin, è stata arrangiata dal compositore americano Timothy Brock, che ne ha diretto l’esecuzione con l’Orchestra Città Aperta. Il “miracolo” è che la sede dell’orchestra è a Fossa, a pochi chilometri dall’Aquila, uno dei paesi devastati dal terremoto.
Fossa è un paese tutto in salita a ridosso della montagna, che il terremoto del 6 aprile 2009 ha reso spettrale, del tutto disabitato. Tra curve e scalini di sassi si raggiunge un portone con la scritta “La Fragolina” e dal silenzio irreale, dalle macerie, dalla fila di case sventrate imprigionate nelle impalcature, si entra incredibilmente in una sala di registrazione modernissima, con tanto di podio, vetri e pannelli di insonorizzazione: è qui che la colonna sonora di La febbre dell’oro è stata registrata.
«I lavori di perfezionamento li abbiamo fatti dopo il terremoto grazie a una donazione di 30 mila euro. Di Chaplin avevamo già registrato le musiche di Le luci della città , Tempi moderni, Il circo», ricorda il maestro Carlo Crivelli, autore di molte colonne sonore, del cinema di Bellocchio per esempio (con cui collabora da Il diavolo in corpo fino a Vincere!), di film come Del perduto amore di Placido, La guerra dei fiori rossi di Zhang Yuan, Il 7 e l’8 di Ficarra e Picone, La Passione di Mazzacurati. Vincitore l’anno scorso del premio Petrassi – «L’ho avuto da Ennio Morricone, un doppio onore» – è uno dei fondatori dell’orchestra, di cui è presidente. «Nel 2001, dopo che per anni andavamo a registrare in Bulgaria, ho pensato “perché non qui?”. Ho trovato l’adesione di strumentisti di provenienze diverse, per le musiche di un film ci vuole un’orchestra eclettica, i temi variano dal classico al valzer al moderno. La prima colonna sonora era di Ginostra di Manuel Pradal. La sala non era pronta, registrammo a Bariciano, qui vicino», dice Crivelli, che da ragazzo aveva formato un gruppo rock, gli Exploit.
Romano, classe 1953, ha scelto Fossa «per le origini abruzzesi della mia famiglia e perché insegnavo al Conservatorio dell’Aquila».
Tra i fondatori ci sono Marco Lugaresi, primo fagotto, Giuseppe Pelura, primo flauto, c’è l’inglese Jonathan Williams, uno dei cornisti più famosi del mondo e sua moglie Gaby Lester, primo violino, che si sono sposati a Fossa. “Città Aperta” non solo in omaggio a Rossellini, ma «ci sono musicisti inglesi, norvegesi, bulgari, molti giovani del Conservatorio. Siamo un’orchestra nord-europea con il cuore italiano e lo spirito rock. Questo ha colpito Timothy Brock, quando ci ha affidato le esecuzioni delle colonne sonore».
L’Orchestra “Città Aperta” non ha mai avuto soldi dalle istituzioni, da sempre si autofinanzia, ed è forse questo il “miracolo”, con l’ostinazione a rimanere nella sala “La Fragolina”, che, racconta il presidente della Pro Loco Luigi Calvisi, «era un teatrino per serate dilettantesche. Il nome viene da una prostituta che lavorava qui nell’800» e il caso ha voluto che la prima colonna sonora registrata nella sala fosse la fiction Virginia, la monaca di Monza. Calvisi è un sostenitore appassionato dell’orchestra, la sua presenza a Fossa è vitale. «Fossa aveva 700 abitanti, ricco di richiami turistici, molte case era state restaurate. Le mura esterne in genere resistito, sono crollati gli interni. Ora circa 350 abitanti sono nelle case nuove in pianura, ma il sogno è tornare a Fossa. L’orchestra è come un cuore pulsante, è la speranza che un giorno il paese possa tornare a vivere».
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