Mosca torna in piazza contro Putin Anche Gorbaciov sale sul palco

Loading

Nel grande raduno previsto per oggi sulla piazza delle Tre Stazioni, ci sarà  una folla ancora più grande. E sul palco, a godersi dopo vent’anni una platea così vasta, ci sarò anche Mikhail Gorbaciov, il padre della perestrojka. L’annuncio della sua partecipazione convincerà  altre migliaia di cosiddetti moderati a partecipare alla protesta. In un’intervista a Novaja Gazeta, il giornale della giornalista assassinata Anna Politkvoskaja, Gorbaciov ha ammesso di «provare profonda vergogna» per aver appoggiato inizialmente la presa di potere di Putin e dei suoi. Con Gorbaciov ci saranno lo scrittore Boris Akunin, che ha scoperto la politica dopo il voto palesemente truccato del 4 dicembre. Il titubante leader del partito democratico Jabloko. Il cantante rock Jurij Shevciuk, leader del gruppo Ddt entrato quasi per caso tra le fila dei ribelli dopo un diverbio pubblico con Putin. Daranno forza ai leader naturali delle proteste: l’ex vicepremier eltsiniano Boris Nemtsov, l’ecologista Evgenja Chirikova e il blogger anticorruzione Aleksej Navalnjy, atteso da decine di migliaia di fans dopo il suo arresto e 15 giorni di carcere. Pensata come un grande evento, più un concerto che un comizio, la manifestazione costerà  tutti i centomila euro raccolti nel porta a porta. Previsto il nastro bianco come segno di protesta, le foto di Vaclav Havel per onorare la memoria dell’intellettuale ceco ignorato dal Cremlino e il solito slogan: «Via il partito dei ladri».


Related Articles

L’Europa in confusione sul CETA

Loading

Stop Ceta. «L’accordo non combatte il protezionismo, protegge gli investimenti delle grandi imprese ma non i cittadini», ricorda Eleonora Forenza del Gue schierato sul fronte del No

Thailandia Ucciso mentre parla alla folla il leader dei falchi della protesta

Loading

BANGKOK — Un delitto politico scuote nuovamente Bangkok, la capitale della Thailandia, provata da oltre due mesi di proteste ininterrotte contro il governo. Suthin Tharatin, uno dei leader a capo “dell’ala dura”, è stato ucciso dopo un assalto armato mentre arringava i dimostranti col microfono a bordo di un camion ornato di bandiere della Thailandia, simbolo del movimento che chiede la fine dell’era Thaksin e tiene in assedio gli uffici del governo di Yingluck Shinawatra, sorella dell’ex premier esule.

L’Europa alla guerra dei dazi commerciali, minaccia Trump di ritorsioni

Loading

Ultimatum di Merkel, Macron e May a Washington, domani scattano le tariffe sull’acciaio La Commissaria Malstroem tenta una mediazione in extremis, ma posizioni lontane

No comments

Write a comment
No Comments Yet! You can be first to comment this post!

Write a Comment