Missile israeliano sparato nel pieno centro di Gaza city

by Sergio Segio | 9 Dicembre 2011 8:44

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GERUSALEMME. Un «omicidio mirato» in pieno centro, a Gaza city. Un aereo israeliano, con ogni probabilità  un drone, ieri ha sganciato un missile a guida computerizzata contro un automobile nei pressi di via Omar al Mukhtar, una delle arterie più importanti e affollate del capoluogo della Striscia di Gaza. L’esplosione ha ucciso sul colpo due palestinesi, Issam e Subhi al Batsh (zio e nipote), delle «Brigate Ayman Juda», una cellula dei «Martiri di al-Aqsa», formazione armata vicina a Fatah molto attiva all’inizio della seconda Intifada, che, almeno ufficialmente, non è più operativa in Cisgiordania. Almeno tre i feriti, tra i quali, secondo fonti locali, anche un bambino. Ieri sera è scattata puntuale la risposta delle «Brigate Ayman Juda». Un razzo è stato lanciato da Gaza verso il Neghev israeliano dove è caduto senza provocare vittime o danni. L’escalation comunque è nell’aria. Tra venti giorni peraltro cade il terzo anniversario dell’inizio dell’offensiva israeliana «Piombo fuso» costata la vita a 1.400 palestinesi di Gaza, tra i quali centinaia di civili.
Da tempo non si registrava in pieno centro a Gaza city un «omicidio mirato», ossia l’esecuzione extragiudiziale di miliziani palestinesi. Un attacco che spesso coinvolge persone innocenti. Le esplosioni certo non fanno differenza tra uomini armati e civili e, specie negli anni passati, quando questo tipo di uccisioni erano frequenti, non pochi passanti palestinesi (tra i quali donne e bambini), sono stati uccisi dai missili sganciati dall’aviazione israeliana contro «obiettivi mirati». Molti altri sono rimasti feriti. Ieri, ad esempio, la deflagrazione ha danneggiato tre autobus dai quali poco prima erano scesi gruppi di studenti. Il governo di Hamas, attraverso il suo portavoce Taher Nunu, ha chiesto l’intervento delle Nazioni unite e dell’Egitto per «bloccare le aggressioni israeliane». Da parte sua Israele sostiene di aver annientato una «cellula terroristica che pianificava attacchi nel suo territorio». Uno dei due uccisi, Issam Batsh, 45 anni, era accusato dall’esercito israeliano di aver organizzato l’attentato kamikaze di Eilat nel gennaio del 2007 in cui morirono tre persone. Batch, sempre secondo il portavoce militare, aveva preso parte anche alla pianificazione degli attacchi dello scorso agosto lungo il confine con l’Egitto, nei quali sono rimasti uccisi nove israeliani, alcuni dei quali civili.
L’accaduto potrebbe innescare una escaltion dopo la calma relativa delle ultime settimane, mentre la tensione sale anche a Gerusalemme Est. Il Comune (israeliano) ha annunciato che, nonostante le proteste delle autorità  islamiche, farà  smantellare la passerella di legno che dall’area del Muro del pianto porta alla Spianata delle moschee di Al-Aqsa e della Roccia. Esponenti islamici hanno respinto le motivazioni fornite sino ad oggi dalle autorità  comunali e denunciato un presunto tentativo di danneggiare l’area delle moschee. I lavori dovrebbero cominciare presto e si temono incidenti in una zona da sempre ad alta tensione, teatro negli anni passati di violenze. Nel settembre 2000 furono proprio i morti sulla Spianata delle moschee, dopo una provocatoria «passeggiata» nel sito islamico fatta dall’ex premier Ariel Sharon, ad innescare la seconda Intifada palestinese. Incombe peraltro una ulteriore espansione della colonizzazione israeliana a Gerusalemme Est. Sempre il Comune ieri ha dato il via all’espansione della colonia ebraica di Maaleh David, costruita negli anni ’90 nel quartiere palestinese di Ras el-Amud, ai piedi del Monte degli Ulivi, zona araba di Gerusalemme occupata da Israele nel 1967.

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