Manovra e riforme, Monti accelera “Fare in fretta o l’Italia rischia”
BRUXELLES – Da Roma Cgil, Cisl e Uil bocciano la riforma delle pensioni. “E’ inaccettabile”. Da Bruxelles Mario Monti lancia un appello alle parti sociali, ma anche ai partiti: è necessario accantonare quelle “ritualità ” che in passato hanno bloccato l’Italia. Dobbiamo agire subito, avverte, altrimenti “le conseguenze sarebbero molto gravi per tutti”. Il premier conferma che lunedì il governo approverà la manovra: la definisce una “vasta operazione di politica economica”. Monti – al suo fianco il neo viceministro Vittorio Grilli – parla al termine dell’Ecofin al quale ha preso parte da titolare del Tesoro ad interim. Ha ottenuto il via libera della Commissione e dei colleghi europei alla sua agenda economica, ma con mille avvertimenti: se l’Italia non recupera in tempi brevi la fiducia dei mercati andrà a fondo portandosi dietro l’euro intero. Intanto Renato Schifani conferma che il governo punta a vedere il pacchetto di riforme approvato in Parlamento entro Natale.
E’ Susanna Camusso a guidare la rivolta dei sindacati dopo aver letto le indiscrezioni secondo le quali il governo vuole portare da 40 a 43 anni i monte-contributi che porta alla pensione a prescindere dall’età anagrafica. Per noi, dice il segretario Cgil, “40 è un numero magico e intoccabile”. Sulla stessa linea Luigi Angeletti, leader Uil, per il quale “i lavoratori lavorerebbero anni in più gratis, senza avere un aumento della pensione”. La Cgil è contraria anche all’anticipo della parificazione dell’età del ritiro dal lavoro tra uomini e donne, mentre la Cisl (“no ai blitz, sì al confronto”, dice Raffaele Bonanni) punta il dito contro l’ipotesi di bloccare l’adeguamento all’inflazione delle pensioni.
Tutti chiedono di incontrare il governo. Al fianco del quale si schiera la Confindustria. Per Emma Marcegaglia “questo non è il momento di porre veti, c’è da salvare il Paese e di intoccabile non c’è più niente: le pensioni vanno cambiate e 40 anni non è un numero invalicabile”.
Monti risponde da Bruxelles ricordando che “bisogna agire rapidamente, avremo anche delle consultazioni ma farò appello al fatto che siamo in una situazione straordinariamente delicata e che certi passaggi e ritualità gradite a tutti forse non sarebbero a vantaggio dei cittadini, farò appello a un senso collettivo di urgenza”. Poi sottolinea che in passato sono state proprio “le ritualità tradizionali” a bloccare le riforme e guarda ai cittadini che “sembrano apprezzare” i piani di un governo chiamato per risolvere l’emergenza in cui è piombata l’Italia dopo gli anni di Berlusconi. Il premier ribadisce che le misure saranno ispirate a rigore, equità e soprattutto crescita. Poi conferma l’azzeramento del deficit nel 2013 in ogni caso, anche con l’arrivo della recessione. Per farlo non indica a quanto ammonterà la manovra, ma annuncia “misure per implementare quelle prese dal precedente governo e riforme strutturali disegnate in modo da far fronte al deficit già nel breve termine ed essere sicuri di fronte a un deterioramento del ciclo economico maggiore del previsto”. In pratica conferma che ci sarà la correzione minima di 11 miliardi chiesta da Bruxelles per coprire il buco già causato dalla minor crescita e mette in cascina altri soldi per prepararsi alla recessione, che l’Ocse annuncia per il 2012. Monti risponde alle critiche di lentezza rivendicando di avere fatto “un record di velocità ” a preparare una manovra in tre settimane. “Non è che se uno si taglia i capelli è in ritardo”, scherza alludendo alla visita dal parrucchiere personale domenica scorsa. E un’altra battuta ribadisce la novità di stile rispetto al suo predecessore a Palazzo Chigi: “I sondaggi li seguirò il meno possibile, altrimenti mi farei illusioni non durature”.
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