by Editore | 31 Dicembre 2011 8:25
Farsi fare un massaggio rilassante dopo un tuffo nelle acque mozzafiato delle Maldive è da ieri un sogno proibito. E non solo per il costo. Il governo ha ordinato a tutti i resort disseminati sui 1.192 atolli in mezzo all’Oceano Indiano di chiudere spa e centri benessere accusati di essere “luoghi di prostituzione”. Un duro colpo per un arcipelago che vive di turismo e che si avvia verso i mesi di alta stagione e massima affluenza.
Una circolare del ministero del Turismo ha spazzato via in un colpo solo docce profumate, trattamenti estetici e bagni turchi, offerte che assieme al mare, alla barriera corallina e alla sabbia bianchissima fanno delle Maldive uno dei luoghi più ambiti al mondo come oasi di relax di lusso e meta di lune di miele. Certo, il governo ha annunciato che verificherà i requisiti delle varie spa ma ci vorrà del tempo. Per ora, si chiude.
La decisione è arrivata dopo una settimana di proteste organizzate nella capitale Malé dal partito islamista di opposizione Adhaalath che accusa i centri estetici di essere “gestiti come bordelli” per turisti e locali. Il presidente Mohamed Nasheed, 44 anni, primo leader eletto democraticamente nel 2008 dopo trent’anni di dittatura di Maumoon Abdul Gayoom, è considerato un moderato ma alla fine ha ceduto alle pressioni dei fondamentalisti e ha avvallato la stretta moralizzatrice. All’interno del governo c’è chi considera la nuova offensiva anti-spa un pretesto per sfidare le autorità . Proprio pochi giorni prima Nasheed aveva lanciato un appello alla moderazione e a un «Islam tollerante» chiedendo al Paese che conta 330mila abitanti, tutti musulmani per legge, di respingere l’estremismo religioso e l’influenza crescente degli islamisti. Negli ultimi anni sono infatti aumentati gli episodi di intolleranza, con proteste antisemite contro i voli diretti da Israele, un attacco a un ristorante con addobbi natalizi o insulti a una coppia occidentale.
Il turismo è un settore chiave per l’economia delle Maldive, porta grande quantità di valuta straniera, dà lavoro a buona parte della popolazione ed è la principale fonte di reddito per l’arcipelago. Solo quest’anno sono andati alle Maldive 850mila turisti. La competizione tra i numerosi resort che si contendono la clientela è agguerritissima e avere o meno una spa può fare la differenza.
L’associazione che raggruppa le aziende turistiche è sul piede di guerra e accusa il governo di voler mettere in ginocchio il Paese. Molti si aspettano un dietro front a breve. Alcuni “ribelli”, come l’hotel Huvafen Fushi – dove una suite con vista sull’oceano può costare fino a diecimila dollari a notte -, hanno fatto sapere che la loro spa resterà aperta nonostante il divieto governativo. Nell’attesa, ai turisti come consolazione restano pur sempre il mare e il sole.
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