Lo sblocco delle infrastrutture

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Preliminare è la riprogrammazione del piano delle opere strategiche con l’indicazione di quelle prioritarie e il cronoprogramma della loro attuazione, l’individuazione delle fonti di finanziamento, comprese quelle private. Di ciascuna infrastruttura lo studio di fattibilità  sarà  esaminato entro 60 giorni, prorogabili di altri 30 in caso di necessità  di integrazioni. L’approvazione del progetto preliminare da parte del Cipe dovrà  indicare un termine perentorio, a pena di decadenza, per l’approvazione di quello definitivo che avverrà  tramite decreto del ministero delle Infrastrutture e nel rispetto del limite di spesa definito dal Cipe.
È prevista poi la possibilità  di cedere gli immobili pubblici per favorire la realizzazione in concessione di un’opera e si stabilisce che la durata delle concessioni superiori a un miliardo non potrà  essere inferiore a 50 anni per assicurare il rientro del capitale investito. Viene messo in cantiere un piano-carceri finanziato in project financing. E sempre per reperire altre risorse è consentito alle compagnie assicurative di destinare le riserve tecniche agli investimenti in infrastrutture. Alle società  costituite al fine di realizzare una singola opera, è reso poi possibile emettere obbligazioni per investitori qualificati. Vi sono poi una serie di norme dedicate alla semplificazione degli aggiornamenti delle convenzioni autostradali e degli impianti tecnologici relativi. Sul fronte dei Trasporti, dove presto arriverà  un’Authority, come anticipato da Passera, va segnalata la possibilità  offerta alle Regioni di finanziare il Trasporto pubblico locale, anche ferroviario, elevando l’accise «fino a un centesimo di euro per litro, ulteriore rispetto alla misura massima consentita». Rifinanziato anche per il 2011 il servizio svolto da Trenitalia per le Regioni.


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