by Sergio Segio | 8 Dicembre 2011 8:03
ROMA — La manovra ha già fatto risparmiare 19 miliardi in termini di calo dei tassi d’interesse nel collocamento dei titoli del debito pubblico. Ma al tempo stesso le misure varate, «sbilanciate sul lato delle entrate», tendono «ad avere un impatto complessivamente sfavorevole in termini di crescita», che, nelle condizioni attuali, equivale a dire recessivo.
Luci e ombre del decreto Monti, sintetizzate ieri dal presidente dell’Istat, Enrico Giovannini, in audizione alle commissioni Bilancio di Senato e Camera, proprio mentre scattavano i primi aumenti, quelli delle accise sui carburanti, che portavano la nostra benzina a diventare, secondo la «Staffetta quotidiana», la più cara in Europa e il prezzo del gasolio, a essere secondo solo a quello praticato in Gran Bretagna.
Per il presidente dell’Istat, non solo la manovra aggrava, con la tassazione sulla casa, la condizione economica delle famiglie a rischio povertà , ma aumenta anche il numero dei pensionati indigenti, a causa della mancata indicizzazione dei trattamenti. Tuttavia Giovannini tende a vedere il bicchiere mezzo pieno: «Un prolungamento delle tensioni sui mercati finanziari, o peggio un vero e proprio avvitamento della situazione — concede —, avrebbe determinato effetti macroeconomici negativi estremamente più ampi di quelli potenzialmente determinati dalle misure in discussione».
Le misure che finiscono nel mirino dell’Istat sono «il blocco dell’indicizzazione di una parte delle pensioni, l’aumento delle accise sui carburanti, quello eventuale delle aliquote Iva e, in parte, l’Imu» cioè la nuova Ici, imposta sugli immobili. «L’aumento delle accise e l’Imu — sottolinea Giovannini — esercitano i loro effetti nel breve periodo, già caratterizzato dalla debolezza della domanda interna e internazionale».
E infatti ieri i prezzi dei carburanti hanno già incamerato il primo aggravio che, compreso l’effetto moltiplicatore dell’Iva, è di circa 10 centesimi per la benzina, 13,6 centesimi per il diesel, 2,7 per il gpl e 4 millesimi al metro cubo per il metano auto. I prezzi raccomandati ai gestori per il servito salgono quindi a livello medio nazionale, secondo le rilevazioni del «Quotidiano energia», a 1,715 euro/litro per la benzina, 1,705 euro/litro per il diesel e 0,750 euro/litro per il gpl.
Tornando alla valutazione della manovra offerta dall’Istat, l’Imu, «aggrava la condizione economica» delle famiglie a rischio povertà . Tra queste, quelle che hanno come fonte principale la pensione o i trasferimenti pubblici sono al 69,4% proprietarie di casa: si tratta di un milione e 600 mila famiglie per le quali il pagamento dell’imposta sugli immobili può peggiorare la situazione.
Quanto alla riforma delle pensioni, la valutazione dell’Istat non è meno preoccupante: «Nei prossimi anni — dice Giovannini — la quota dei pensionati poveri è verosimilmente destinata a crescere a seguito dell’impatto congiunto delle misure di questa e delle manovre precedenti, nonostante l’indicizzazione». Secondo i dati 2009 del casellario centrale dei pensionati, la soglia per l’indicizzazione prevista dal decreto (915,52 euro mensili, pari al doppio del trattamento minimo vigente nel 2009), garantirebbe il mantenimento del meccanismo perequativo per 7,7 milioni di pensionati: il 46%. Due terzi di questi hanno più di 64 anni, in maggioranza sono donne e nel 36% dei casi risiedono nel Mezzogiorno.
«Le pensioni fino a 915,52 euro — ha detto ancora il presidente dell’Istat — rappresentano, in media, il 27,3% del reddito totale delle famiglie con pensionati: questo contributo sale all’85,5% per i pensionati anziani che vivono soli». Se l’indicizzazione venisse estesa sino agli assegni di 1.200 euro lordi mensili, «ciò consentirebbe di tutelare un ulteriore 6,5% dei pensionati a rischio di povertà : 163 mila».
Intanto, grazie alla manovra, le casse dello Stato hanno risparmiato altri 19 miliardi circa per il calo dei tassi di interesse dei titoli di Stato: «Pari a circa l’80% dei risparmi previsti dalla manovra stessa» ha concluso Giovannini.
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