L’isolamento non paga, meglio «riprendere il dialogo con l’Iran»
Caro presidente, scriviamo «per trasmetterle la nostra convinzione che è di vitale importanza per gli Stati uniti e per la sicurezza internazionale rilanciare i contatti diplomatici diretti con l’Iran per cercare una soluzione all’attuale situazione di stallo». La lettera che così esordisce è diretta al presidente degli Stati uniti Barack Obama; la firma un gruppo di 15 tra ambasciatori, alti funzionari governativi, dirigenti del Dipartimento di stato Usa, militari e esperti di non proliferazione, tutti particolarmente esperti del «dossier» politico-diplomatico che riguarda l’Iran – tutti nomi ben noti tra gli esperti della materia; tra gli altri ci sono gli ambasciatori di Italia, Francia e Gran Bretagna a Tehran in anni recenti.
Il confronto tra l’Iran e le grandi potenze internazionali è in un momento critico, fanno notare gli autori della lettera. La pressione internazionale non è mai stata così forte, in termini di isolamento politico e di sanzioni economiche: a quelle decretate dal Consiglio di sicurezza dell’Onu si sommano quelle unilaterali imposte dagli Stati uniti e poi da Unione europea, Giappone, Canada e altri (proprio martedì Washington ha aggiunto alcune compagnie di navigazione marittima di Malta, considerate lavorare per conto dell’Iran, alla lista delle sue sanzioni).
Intanto nella campagna elettorale ormai avviata negli Usa si sente parlare di «togliere dal tavolo l’opzione diplomatica» e passare alle «maniere forti» per fermare l’Iran e il suo (vero o presunto) programma nucleare. Ma questo avrebbe l’effetto di limitare la capacità degli Usa e della comunità internazionale di fare pressioni sull’Iran, che sia sul nucleare, o sulla situazione dei diritti umani, dice la lettera. Di recente la segretaria di stato Hillary Clinton ha detto che l’amministraizone Obama «resta impegnata a una soluzione dipomatica con l’Iran». Ma non basta.
«Noi crediamo che gli Stati uniti e il gruppo 5+1 ndr] debbanocontinuare a lavorare nel quadro delle misure di costruzione della fiducia, passo dopo passo, necessarie ad alleggerire l’isolamento dell’Iran». La lettera, messa sul sito del National Iranian American Council, indica un obiettivo a breve termine: «mettere alla prova la recente offerta, fatta pubblicamente dell’Iran, di fermare l’arricchimento dell’uranio al livello del 20% se gli sarà dato accesso al combustibile atomico necessario al suo Reattore di ricerca di Tehran». Quel reattore per la ricerca medica opera sotto il controllo del’Aiea e da tempo l’Iran ha chiesto il combustibile necessario a farlo funzionale ( deve essere arricchito più del livello necessario a produrre energia elettrica, il 20%, ma molto meno di quello necessario alla filiera militare). Dunque: accogliere l’offerta iraniana e così riprendere a negoziare su ulteriori concessioni. «Non ci illudiamo che la diplomazia abbia soluzioni rapide», aggiungono i firmatari, «Sappiamo anche che elementi in iran possono voler cercare di minare i progressi verso la soluzione della questione nucleare». Ma resta il punto: riprendere l’iniziativa diplomatica.
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