«Eat the rich», la rete Occupy contro Monti e Marchionne

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Manifestanti dispersi dal temporale. Si è conclusa così la lunga mattinata contro Marchionne e Monti, promossa dalla rete Occupy Napoli, per contestare il modello Pomigliano e la finanziaria lacrime e sangue. Un corteo di almeno due mila persone ha caparbiamente percorso le vie del centro, infilandosi nelle strette viuzze di Montesanto, dove bancarelle e pescivendoli animano quotidianamente i vicoli. Ma l’obiettivo di quel fuoripista era preciso, arrivare alla ferrovia Cumana che collega l’area Flegrea con la City. Qui i ragazzi del movimento ribattezzato Eat the rich, rappresentanti degli operai Fiat, insieme all’Usb, Cobas, disoccupati organizzati, giovani comunisti di Rifondazione hanno bloccato le biglietterie invitando i passeggeri a viaggiare gratis per protestare contro i tagli del governo Monti al trasporto pubblico e ai comuni. Molti pendolari dapprima spaesati, hanno accolto con favore l’invito, e non sono mancati commenti originali sull’iniziativa, dalla pensionata che per dare spiegazioni all’amica ha detto «li vedi chisti so ‘e comunisti», alla praticità  della mamma partenopea che rivolta al figlio: «Muoviti se no poi ci fanno pagare». 
I manifestanti si sono quindi diretti verso l’Ospedale Pellegrini, distante qualche centinaio di metri, anche qui pronti al blitz. Alcune decine di giovani hanno infatti bloccato lo sportello per il pagamento dei ticket, questa volta per mandare un messaggio al governatore Caldoro e al suo piano sanitario che prevede la cancellazione di diversi presidi medici, tra cui il pronto soccorso del San Gennaro, nel quartiere popolare della Sanità . Il lungo cordone si è poi rimesso in cammino per arrivare alla prefettura sventolando decine di bandiere con la falce e la forchetta logo di eat the rich. 
Tanti gli striscioni in polemica con «il governo delle banche», di incitamento allo sciopero generale per dire no a una manovra finanziaria iniqua che penalizza le fasce deboli. Ad aprire il lungo serpentone il lenzuolo più bello è stato quello in ricordo di Diop e Modou, i due senegalesi uccisi a Firenze vittime dell’odio xenofobo. 
A metà  percorso mentre si procedeva a lanciare uova contro la sede della Siae, regno simbolico del copyright, lungo via Medina a pochi passi dalla questura l’obiettivo è diventata la sede regionale dell’Inps. Qui una ventina di persone hanno invaso gli uffici del primo piano esponendo lo striscione con su scritto «Giù le mani dalle pensioni, Non è un paese per vecchi, ma nemmeno per giovani» e illuminandolo anche con petardi rossi. Proprio in quel momento la pioggia che non ha mai abbandonato i manifestanti si è fatta più incalzante, ma il corteo ostinatamente è rimasto unito proseguendo fino a destinazione. Un improvviso temporale ha poi decretato la fine della manifestazione, anche se decine di attivisti riparati sotto i portici della basilica di S. Francesco di Paola, hanno intonato gli ultimi slogan: «Marchionne e Monti i sacrifici fateli voi».


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