L’austerity natalizia dei politici “Il tempo dei super-regali è finito”

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ROMA – Poveri anche loro. Eh sì, la vita costa e il futuro è incerto, come quello di tutti. Pure i regali di Natale sono divenuti insostenibili. La paura si è intrufolata nei portafogli dei parlamentari. Clima che volge al nero, e l’ansia che sale. 
Ridotto alla metà  nel Parlamento il traffico di postini e commessi. Come la Borsa di Milano, tutto dà  segno meno. Le confezioni di vino ricomposte e dimezzate: da dodici a sei, quelle di pregio da tre a una. Interrotta la felice tradizione di fine anno con la quale Paolino Bonaiuti, a nome di Berlusconi, salutava amici e avversari con una pregevole composizione alimentare toscana. I torroni di Mastella sono un ricordo, dalla Sicilia solo timidi saluti. Il Cavaliere è fuori gioco, ed è un fatto che dispensa angoscia. L’anno scorso senatori e deputati del Pdl ebbero un magnifico iPad per festeggiare il Natale, oggi si sono ritrovati tra le mani cento euro da spendere nelle librerie Arion. Da brividi. Il clima è questo, le nuvole portano depressione e succede l’impensabile. Il senatore Mauro Del Vecchio, per dirne una, ha regalato agli amici e colleghi un calendario dell’Esercito italiano! Il gruppo del Pd alla Camera si è distinto per una azione suicida: invece che fare pacchi ha richiesto ai suoi deputati una sottoscrizione per i bambini africani sostenuti dall’Amref. È Natale, hanno scritto…. Resiste la salsiccia del repubblicano Nucara. Ma la sua nduja piccante divide, non unisce.
Gianfranco Fini ha trovato nel rituale scambio natalizio solo quaranta dipendenti della Camera ad omaggiarlo. L’anno scorso erano quattrocento. Colpa dei tagli alle pensioni, ai vitalizi, alle indennità , alla mensa. Il clima è brutto, l’abbiamo detto. E l’ansia sale. Il Palazzo scopre l’austerità , avverte disagio, teme il nuovo. 
Poveri chiusi lì dentro e i ricchi in strada. La commessa di Tiffany & Co. ieri dava i primi segni di cedimento a pomeriggio appena iniziato. La presa di massa delle pietre preziose ha imposto spirito di sacrificio e pazienza ai corpi in fila che transennavano via del Babuino (un grande successo anche da Chanel e Gucci) e la dividevano dalla zona improvvisamente indigente della Capitale, quella compresa tra Montecitorio e palazzo Madama.


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Non si è ancora riusciti ad approvare una legge decente contro la corruzione nel pubblico che già  si apre un nuovo fronte di preoccupazione per l’onestà  e la trasparenza nella politica con la questione del ruolo dei finanziamenti privati alla campagna elettorale delle primarie.

Quella ferita ancora aperta su D’Ambrosio

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 ROMA — L’amarezza di Giorgio Napolitano torna a farsi sentire nel giorno del ricordo del suo consigliere giuridico Loris D’Ambrosio, testimone dell’inchiesta sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia divenuto, scandisce il presidente della Repubblica riprendendo le parole del professor Fiandaca, «vittima di un perverso giuoco politico-giudiziario e mediatico».

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