L’altolà  di sindacati e partiti “Sulle pensioni serve equità ”

by Sergio Segio | 2 Dicembre 2011 7:56

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ROMA – A tre giorni dall’approvazione della manovra da parte del governo, i sindacati non accennano a rimuovere le barricate. Cgil, Cisl e Uil dicono di no alla riforma delle pensioni firmata dal titolare del Welfare Elsa Fornero, anche se il ministro ha garantito la sua disponibilità  e quella del premier Mario Monti ad incontrarli. Pur sempre «nei limiti della ristrettezza dei tempi» – precisa – visto che «in questo momento abbiamo un’agenda dettata dalla sopravvivenza dell’euro e noi in Italia possiamo dare un contributo o un colpo di freno» alla sua salvezza. In serata da Palazzo Chigi arriva la notizia che Monti incontrerà  le parti sociali e gli enti locali domenica mattina, a sole ventiquattro ore dall’approvazione del pacchetto di riforme da parte del Consiglio dei ministri. I tempi sono serrati.
In mattinata il capo dello Stato Giorgio Napolitano dice che «l’Italia ce la farà », ma che «c’è bisogno di un grande sforzo politico, morale, sociale per affrontare questa grave crisi che dobbiamo riuscire a vincere». Con il governo si schiera la leader di Confindustria Emma Marcegaglia, per la quale «dobbiamo fare questa manovra subito e bene». Anche il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini fa da scudo dicendo che «i sindacati vanno capiti, ma noi non abbiamo chiamato Monti per disseminare di ostacoli la sua strada e porre veti contro veti». Ottimista anche l’ex premier Romano Prodi, per il quale «Monti farà  le cose giuste, aspettiamo lunedì».
Sul fronte dei sindacati Susanna Camusso, segretario Cgil, ribadisce il suo no ad alzare il monte-contributi di 40 anni per il pensionamento a prescindere dall’età  anagrafica e parla di una manovra contraria all’equità . La Cisl con Raffaele Bonanni insiste sulla necessità  di un incontro con il governo per «trovare soluzioni eque» e polemizza con la Cgil sul suo no a toccare il «numero magico» dei 40 anni: «Ma che è un problema di Cabala?». Ma sui 40 anni come la Camusso la pensa anche la Uil di Angeletti.
Anche nei partiti c’è agitazione. Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani dice che «non si tratta di porre condizioni» ma invita Monti a prendere in considerazioni le sue posizioni. «Sappiamo che bisogna fare uno sforzo collettivo e noi chiediamo equità : chi ha di più deve dare di più mentre le misure devono essere il meno possibile recessive tenendo in conto le esigenze dei consumi e dei redditi, delle situazioni più difficili e dei ceti popolari più ampi». Anche il Pdl, con il capogruppo Cicchitto, parla di equità , che vedrebbe negata se si reintroducesse l’Ici sulla prima casa. Antonio Di Pietro invece sulle pensioni la pensa come la Cgil e chiede di non alzare la soglia dei 40 anni. Come Casini anche i finiani del Fli sostengono a spada tratta Monti e la manovra ventura. Italo Bocchino, parlando di pensioni, chiede di «non fare sconti a chi vuole salvare vecchi privilegi». Contro la manovra nel suo insieme e contro Monti cannoneggia la Lega. Da Zaia e Cota a Reguzzoni tutti a dire che il premier avrebbe presentato i contenuti del suo programma economico ai leader europei (in realtà  Monti ha solo ribadito le linee generali illustrate alle Camere) e parlano di contenuti preoccupanti. La Padania attacca: il governo del professore della Bocconi «è la fabbrica della povertà ».

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